Pesaro – Che lezione il nostro anno di servizio civile in Caritas!
Emilia, Marianna e Luca raccontano il percorso tra tanto lavoro, emozioni, difficoltà e incontri che non dimenticheranno mai.
Siamo giunti ormai alla chiusura del nostro anno di servizio civile presso la Caritas diocesana di Pesaro. Il 24 maggio sarà il nostro ultimo giorno e a solo un mese dalla fine ci siamo posti delle domande con le quali vogliamo raccontarvi il nostro percorso tra tanto lavoro, emozioni, difficoltà e cose apprese. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno accompagnato in questo percorso di grandissima scoperta!
Luca, c’è un evento in particolare che ti ha colpito e ti è rimasto impresso?
Un evento in particolare che mi è rimasto impresso è stato quando in pieno inverno un ragazzo poco più che maggiorenne è venuto da noi a chiederci un posto dove dormire per non stare più all’aperto e noi con grande amarezza e difficoltà, dopo aver chiamato diverse case d’accoglienza, gli abbiamo dovuto dire che non c’era nessun posto disponibile. Il ragazzo si mise a piangere davanti a me e io, inerme, non ho potuto fare altro e da quel giorno non lo abbiamo più visto.
Marianna, è un’esperienza che consiglieresti anche ad altri tuoi coetanei?
Sì certamente. È un’esperienza che ti cambia la vita e ti forma. Scopri un mondo che sembra nascosto e invece è più vicino a noi di quanto si pensa. Capisci quante persone hanno bisogno di aiuto, non solo stranieri ma soprattutto tanti italiani e ragazzi della mia età o addirittura più piccoli.
Emilia, come hai vissuto l’ambiente Caritas?
Per me l’ambiente Caritas è un po’ come una grande famiglia: c’è chi ha più esperienza di te e ha qualcosa da insegnarti e chi invece può imparare da te; ci sono persone a cui ti leghi e con cui vai molto d’accordo e altre con cui ti scontri per ideali o modi di fare diversi. Però alla fine ti rendi conto che, nonostante e le differenze, si è legati dallo stesso obiettivo: aiutare chi è in difficoltà.
Cosa vi ha lasciato questa esperienza?
Emilia: Da questa esperienza ho imparato che, anche quando hai davanti una persona diversa da te, di un’altra cultura e lingua, o con un modo di fare ostile, è importante accogliere l’altro con un sorriso gentile.
Luca: Una grande evoluzione personale. Mi ha fatto scoprire tanti lati del mio carattere che tenevo nascosti e anche tante bellissime persone che si sono affacciate alla Caritas per chiedere aiuto e non.
Marianna: Questa esperienza mi ha certamente fatta crescere in tanti aspetti e mi ha fatto capire che i pregiudizi spesso sono infondati e che dietro ai comportamenti di tante persone si nascondono sofferenze e paure.
DI EMILIA BIVIANO, MARIANNA BELLONI E LUCA VERDUCCI