L’inizio del corso per fidanzati che si tiene al Santuario di Cà Staccolo è l’occasione per riflettere sul significato del cammino comune.
Il corso per fidanzati recentemente iniziato al Santuario di Cà Staccolo offre una buona opportunità per una approfondita riflessione sul matrimonio alla luce del piano di Dio. Nel cap. 2 della Genesi si dice che il Creatore anzitutto pensa all’uomo; questo capolavoro è solo, ma da solo è un’opera incompiuta. La persona da sola è una realtà incompiuta, non autosufficiente, non può essere felice da solo. Adamo ha bisogno di uno con cui possa dialogare, perché la persona umana è fatta per una vita di relazione con un altro/a. Quindi l’uomo è un essere concepito per “essere in relazione” con un altro/a.
Scrittura. “Non è bene che l’uomo sia solo…” (Gen. 2, 21-22). C’è la sorpresa della “donna” come un regalo fatto da Dio all’uomo. La donna è il più bel regalo fatto da Dio all’uomo (maschio), all’uomo mancava il rapporto con la donna, con un essere uguale e diverso. “Questa sì che è carne della mia carne …” (Gen. 2, 23). Adamo riceve un regalo da tanto sospirato! La donna è l’unica creatura all’altezza dell’uomo. Qui viene celebrata la bellezza della donna, il suo fascino per l’uomo. Dio così ci appare come l’inventore, l’autore di quella meraviglia che chiamiamo “innamoramento”. “Erano nudi …” (Gen. 2, 25). Il nudo come contemplazione, non come tentazione o provocazione orientata al possesso. Il corpo è come un’icona; le gioie del sesso come una festa. “I due saranno una carne sola …” (Gen. 2, 24). Ecco il progetto divino, il senso originario del matrimonio.
Considerazioni. Il compimento pieno della persona allora è nella solidarietà, nella comunione, non nell’essere solo. Si potrebbe dire che la coppia come unione interpersonale è possibile anche senza conoscere o senza fare riferimento a Dio (se l’unione è seria, responsabile e impegnativa). In ogni caso la vita che abbiamo deve essere vissuta alla luce del piano di Dio. È bene notare che la coppia è un progetto di Dio, non un’iniziativa di uomini, per cui va vista come una Vocazione. Fare coppia è andare verso l’altro/a, e ciò comporta un uscire da se stesso, dal geloso possesso di sé. L’essere in viaggio verso Dio e verso l’altro, è un tema che percorre tutta la Bibbia (Alleanza). Purtroppo lo spirito di possesso, la bramosia di possedere l’altro è, specialmente oggi, troppo presente nei rapporti affettivi, mentre la struttura sessuale è fatta per la donazione reciproca, per essere come un’offerta all’altro/a. È la comunione tra due persone diverse. Questo è il culmine della creazione: un progetto, capolavoro di Dio. Questa meraviglia di due che si uniscono non è un contratto che si può sciogliere a piacere, ma è la realizzazione del progetto originario di Dio. Anche chi sceglie di non sposarsi (celibato) nel progetto originario di Dio è un essere relazionale, non può vivere in modo individualistico la sua vita. L’essere a immagine e somiglianza di Dio, quindi, consiste nella procreazione, nell’essere come Dio capaci di dare origine ad altra vita. Tutti nel progetto di Dio dobbiamo sentirci continuatori della creazione.
Di Mons. Agostino Venturi