Non si sa quante volte Raffaello, il divino pittore urbinate sia stato imitato. Da San sepolcro nel 1530, chiamato dagli Ubaldini, viene uno dei suoi più abili imitatori, Raffaelin del Colle a dipingere nell’oratorio del Corpus Domini di Urbania. Interviene con l”affresco della Sacra famiglia sull’altare di destra e due tele con la pala del Redentore o Cristo risorto e la Madonna del velo ai lati dell’altare Maggiore, tre opere mutuate direttamente da Raffaello. Tra i ceramisti di quel tempo certamente il pittore avrà fatto scalpore e solleticato la curiosità tanto che alcuni si sono divertiti a riprendere qualche immagine come il ceramista ignoto che si rifà alla Sibilla Cumana di Giustin del Vescovo.
Tantum Ergo
In Urbania, a poca distanza del convento di San Giovanni Battista, conosciuto come Parco Ducale, sta quasi nascosta la chiesetta di Sant’Eracliano, “Anzi fu proprio a S. Eracliano, in un dolce pomeriggio, che il giovane Girolamo, obbedendo ad un entusiasmo della non più frenabile natura, per la prima volta fece sentire, con un Tantum ergo, improvvisato, le note paradisiache di quella voce che avrebbe più tardi estasiati i teatri e le maggiori corti d’Europa” (E. Rossi). Fu lo zio don Gioacchino, appassionato di musica, che dopo il disastroso terremoto del 1781 ricostruí la chiesa. Il ragazzo sarà destinato a calcare le scene dei teatri italiani, fino a Parigi e terminerà la sua vita a dirigere il conservatorio di Napoli dove morirà. (1762 – 1846) L’occasione di questa nota mi viene data da un amico che ha recuperato una rara incisione a vernice molle con l’immagine del Crescentini giovane, rara e diversa dalle altre che si trovano nei dizionari musicali . Nella biblioteca comunale esiste un reparto contenente musiche da lui scritte e la città di Urbania negli anni 60 ne onoró la figura nel teatro Bramante.
Di Raimondo Rossi