Fano
a cura di Michele Montanari
Il vescovo Armando, nella mattinata di sabato 27 novembre, ha partecipato all’inaugurazione del “Bosco della memoria delle vittime del COVID” alla presenza del sindaco, delle autorità civili e militari e dei familiari delle 185 vittime fanesi del COVID presso l’area dell’ex aeroporto di Fano come segno di sensibilità e ricordo. I familiari delle persone scomparse a causa della pandemia, hanno messo a dimora le 185 piante autoctone come segno di sensibilità e di ricordo.
“Oggi piantiamo un seme che ha il compito di tutelare il ricordo e la memoria di chi se n’è andato. Questo momento – ha affermato il sindaco Massimo Seri – lo connoto con tre parole: ricordo, speranza e comunità. Con il ricordo richiamiamo quello che abbiamo vissuto nel cuore, mettendo al centro dei nostri sentimenti un atto doloroso e traumatico. Speranza perché queste piante dovranno essere accudite e ci si dovrà prendere cura di loro per far sì che le radici si ancorino in maniera determinata al terreno che rappresenta il nostro tessuto sociale. La comunità è la chiave identitaria di questo passaggio. Con la pandemia – ha proseguito – abbiamo vissuto e affrontato insieme una tragedia mai vista prima che ci han messo alla prova, strappandoci i nostri cari. Starà a noi accarezzare, proteggere e tramandare la memoria, così da praticare valori come la solidarietà e la condivisione”. “Quando c’è il dolore non bisogna mai dilungarsi nei discorsi. Non serve. Sarebbe superfluo Oggi siamo qui per celebrare la vita – ha sottolineato il Vescovo Armando guardando negli occhi i presenti – coltivando la memoria per il bene di questo territorio. Sarebbe bello se a fianco di ogni albero venisse piantata anche una margherita come pensiero a tutto il personale sanitario che ha lottato in prima linea e che ha messo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri. Penso ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari che hanno lavorato senza risparmiarsi. Allora oggi commemoriamo la vita stringendoci intorno al bene comune”.