Al via la scuola di Formazione Teologica
Un servizio per aprire gli occhi dei cristiani perché imparino a riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni della vita e siano capaci di comunicarlo
Intervista – DI ENRICA PAPETTI
Stanno per ripartire i corsi della Scuola di Formazione Teologica di Metropolia. Si inizia martedì 5 ottobre nelle sedi di Fano (Centro Pastorale Diocesano), Pesaro (Villa Borromeo), Urbino (ISSR “Italo Mancini”). Ne parliamo con don Giovanni Frausini, delegato per la formazione teologica diocesana.
Quali sono e finalità principali della scuola di formazione teologica?
Si dice comunemente che la fede è cieca ma in realtà, se andiamo a vedere i Vangeli, Gesù è quello che apre gli occhi e ciechi, non li chiude. La scuola di formazione teologica è un servizio per aprire gli occhi dei cristiani perché imparino a riconoscere la presenza di Dio nelle diverse situazioni della vita e siano capaci di comunicarlo. O, se volete, potremmo dire che la teologia interpreta il Vangelo, cioè la parola di Dio, attraverso la cultura del nostro tempo. Il passato ci offre grandi testimonianze di questo saper fare teologia da parte dei cristiani. Penso, ad esempio, a San Tommaso d’Aquino che nel medioevo seppe leggere la Bibbia, e quindi interpretare le situazioni del suo tempo, attraverso quello che era il modo di riflettere della cultura greca, la filosofia greca. Anche con il pensiero pagano è riuscito a spiegare il Vangelo. Quante volte, di fronte a chi ci chiede ragione della nostra fede, magari in modo polemico, rispondiamo che ognuno ha la propria fede, ma di più non riusciamo dire.
A chi è rivolta la scuola di formazione teologica?
La scuola di teologia è una proposta per tutti i cristiani, indistintamente. Tutti infatti nella vita sono chiamati a guardare e vivere le cose con gli occhi di Dio, avendo nel pensiero e nella volontà di Dio la propria luce e forza. Poi la scuola di formazione teologica e anche per preparare i candidati al diaconato, che fa parte del sacramento dell’ordine, e coloro che assumono delle responsabilità nella comunità cristiana come i lettori, gli accoliti, i catechisti e tutti gli altri che esercitano dei ministeri, di fatto, nella chiesa. La scuola di formazione teologica vuole quindi far maturare tutti i laici e preparare i ministri e i diaconi della comunità cristiana.
Quali sono i principali insegnamenti?
Tutto ruota intorno la parola di Dio, perché Dio ha scelto di rivelarsi attraverso una storia. Essa c’è stata raccontata in modo certo, ispirato da Dio, attraverso la Bibbia. Ma la Bibbia noi la incontriamo in maniera piena nella liturgia e nei sacramenti che in essa si celebrano, dove essa diventa una nuova azione, una nuova parola di Dio per noi. Siccome non siamo i primi ad esserci messi alla scuola della parola di Dio allora studiamo come lungo i secoli i cristiani hanno interpretato la vita attraverso la parola di Dio e come oggi tanti continuano a farlo. Questo ci aiuterà ad essere in grado anche noi di fare altrettanto. E allora si studia la Bibbia, la liturgia, la storia e l’attualità del pensiero e della vita cristiana (dogmatica e morale) e anche la storia della Chiesa.
Quanto è importante, in ambito ecclesiale, un’adeguata formazione?
Nel 1965 un grande cristiano scriveva: «la persona pia di domani o sarà un “mistico”, uno cioè che ha “esperimentato” qualche cosa, o cesserà d’essere pio, perché la pietà di domani non sarà più sostenuta dalla convinzione fatta esperienza e decisione personale unanime, naturale e pubblica, né dai costumi religiosi di tutti; quindi l’educazione religiosa finora abituale potrà continuare ad essere soltanto una iniziazione molto secondaria per la parte istituzionale della religione». È proprio così! Oggi i cristiani o fanno un’esperienza personale profonda del significato e della presenza di Gesù nella loro vita o non saranno cristiani. In passato la fede, come dice questo nostro autore, non era una decisione personale ma era cosa di tutti, naturale e pubblica ed era più difficile non essere cristiani che esserlo. Oggi non è così, grazie a Dio, e quindi o diventiamo capaci di cambiare il nostro modo di pensare e di vivere alla luce del Vangelo o non saremo più cristiani.