Fano
A cura della Pastorale Familiare
Quando si istituiscono giornate per ricordare categorie di persone o eventi vuol dire che si sta perdendo la ricchezza e il contributo che queste rappresentano per l’uomo e la società, che la mancanza del loro apporto renderebbe più povero il senso della vita.
Perdere il senso della figura dei nonni e il patrimonio di vita che essi rappresentano per i nipoti ci renderebbe molto più poveri. La difficoltà delle famiglie, per motivi di lavoro, fanno cercare soluzioni dirompenti per la loro vita, si sentono in qualche modo: “Scaricati”. Così da una parte viene a mancare in famiglia quel senso di continuità della vita che essi rappresentano per le generazioni future, il dono che loro ci hanno trasmesso, ma anche una modalità che i genitori, impegnati nella quotidianità, hanno più difficoltà ad offrire: il calore, il tempo della carezza, o se volete: “la casa dei nonni e quella dove si viziano i nipoti”. A volte assumono il ruolo di salvezza, servono a supplire quello che la società non riesce ad offrire con adeguate strutture alle famiglie. Questa festa può assumere anche il richiamo di un rispetto verso l’anzianità, della gratitudine verso chi ti ha preceduto offrendoti beni procurati con sacrificio e non ti ha chiesto niente in cambio.
Ora tanti sono “costretti” alle solitudini delle compagnie delle sale delle Case Protette e delle RSA, con tempi contingentati per l’assistenza alla loro persona.
“Non sono più produttivi”? La loro capacità di produrre affetto sembra non servire più, la loro capacità di cogliere necessità, bisogni e desideri li porta ad offrire sempre tutto, anche il silenzio del dolore di chi non si sente più amato e perde il senso della motivazione per vivere. Forse è ora di far veramente loro la festa, di avere senso di gratitudine, di riempire di affetto il significato delle relazioni che loro hanno sostanziato nella nostra vita con i loro sacrifici. Permettiamo ancora a loro di gioire della presenza dei loro nipoti e non solo di essere usati, di dare e comunicare speranza. Ma per chi ha fede sono il patrimonio, la radice che non si vede, ma su cui si è appoggiata la Chiesa. Molti genitori “non hanno più tempo”, sono i nonni, quando gli è permesso, che insegnano a fare il Nome del Padre, che insegnano un ave Maria, un angelo di Dio. Allora c’è tanto bisogno della festa dei nonni, non solo perché trasmettono una eredità che spesso fa litigare i figli, ma perché ancora pregano, rappresentano quei parapetti che non ci fanno uscire di strada, e costituiscono “quel libretto di risparmio di grazia” tesoro e garanzie in cielo per le famiglie “dove ne tignola corrode e ladri non rubano”. Quelli che ci dovrebbero precedere in cielo, prepararci con Gesù un posto, e aspettarci per continuare la festa.
Evviva i nonni.