Con l’inizio dell’Avvento sono tante le parrocchie che stanno iniziando la preparazione in vista del Natale. Un’interessante attualizzazione della nascita di Gesù arriva dall’unità pastorale che a Pesaro raggruppa le parrocchie di Babbucce-Case Bruciate-Roncaglia-Tre Ponti. Un lavoro di drammatizzazione che coinvolge tutti i ragazzi del catechismo e le loro famiglie. Il riferimento è al dramma dei migranti con particolare riguardo alla mamma trovata morta in fondo al mare con il suo bambino stretto tra le braccia (Lampedusa ottobre 2019). I ragazzi rifletteranno sulle parole comprensione, accoglienza e cura, interpretandole come piccoli attori. Sullo sfondo un dipinto realizzato da una catechista (Valentina) che raffigura un barcone con San Giuseppe e la Madonna che tiene in braccio il Bambino. Volutamente i volti non sono disegnati perché rappresentano il volto dell’intera umanità, e non si vede alcun orizzonte. A seguire riportiamo il dialogo scritto da Valentina che anima il bel disegno che verrà collocato ai piedi dell’altare della parrocchia di Babbucce.
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Mamma! Ho paura sparano, il tetto sta crollando non si vede più il sole, è nascosto da una nuvola densa di polvere, mi bruciano gli occhi, mi soffoca. Mamma! Non smettono mai di sparare, ho paura!
-Figliolo, vieni fra le braccia della mamma fra un po’ ce ne andiamo, tutto questo finirà.
Dove mamma? Dove andiamo?
In una terra promessa dove non sparano, il sole splende sempre e i bambini giocano senza paura.
Il papà viene con noi?
-No è già andato a preparare un posto per quando arriveremo. Andremo con una barca, ci sarà tanta gente e tanti bambini, tu potrai giocare con loro finché non arriveremo alla terra promessa.
Mamma! Qui i bambini non giocano, hanno gli occhi pieni di paura come quando sparavano. Vedi le mamme li tengono stretti al cuore come facciamo io e te.
-Non ti allontanare mai dal mio cuore, la paura sparirà e il sonno arriverà con l’ondeggiare dell’acqua che sbatte sui fianchi della barca.
Si mamma, voglio dormire e svegliarmi nella terra promessa però ho paura.
Uno scossone: la barca si alza e si abbassa come una piuma che non sa dove il vento la porterà e le lacrime si confondono con l’acqua salata. Poi le urla di madri che tengono stretti al cuore i figli e il pianto dei piccoli che non sanno cosa sta succedendo.
Mamma! Dove sei? Il tuo seno è freddo, la mia bocca non ti può più chiamare, è piena d’acqua tu non mi rassicuri. Una tomba d’acqua ci avvolge. Dov’è la terra promessa?
-Figliolo ancora un po’ e siamo arrivati, vedo tuo padre che ci aspetta sulla riva.
Ora il bambino è nato, la madre lo culla sul seno. Non c’è la grotta quest’anno, Gesù è nato dal profondo del mare assieme a tanti bambini e a tutte le mamme del mondo. Ritorna la calma, l’acqua inghiottendo tutto piano piano si ricompone; torna tranquilla, ma tanti pezzi di stoffa galleggiano in superficie: colorati, come fiori recisi a testimoniare i veli che coprivano i capi delle mamme e i corpi dei bimbi che proteggevano al seno.
Questo è il nostro Natale, morte e vita si alternano in un sepolcro trasparente fatto di mille bolle blu.
VALENTINA G.S.G.