È una gioia rileggere gli scritti e le sagge parole del Servo di Dio P. Giuseppe Bocci, frate cappuccino vissuto per tanti anni nel convento di Pesaro ed ivi morto il 23 novembre 1974, perché si vede come i suoi pensieri spirituali trovano un’eco con gli orientamenti pastorali della Chiesa contemporanea.
Umiltà. La sua pastorale vocazionale chiamava ognuno ad applicarsi per la crescita del Regno di Dio, missione affidata non solo all’opera dei sacerdoti e delle anime a lui consacrate, ma anche a tutti i fedeli battezzati. Egli in questo fu esempio per tutti noi per aver risposto totalmente alla chiamata di Dio: la centralità della sua vita quotidiana fu la gloria del Signore, alla quale dedicò ogni suo sentimento ed ogni sua forza, senza mai cercare prestigio e riconoscenza per sé. Anzi seppe accettare con umiltà e amore ogni disposizione che gli veniva dai superiori e, quando dovette subire qualche atto di ingiustizia e di critica, si sottomise più decisamente e più umilmente alla volontà dei superiori che per lui era volontà di Dio. Lo ha dimostrato quando ingiustamente fu estromesso dalla direzione delle sue opere (Casa Francescana, Istituto delle Volontarie Francescane) e dovette passare sotto silenzio la celebrazione del 50° di ordinazione sacerdotale. L’aver sopportato tutto nel nascondimento e nel silenzio, fu un segno luminoso della sua santità.
Carisma. Anche durante tale periodo burrascoso egli, pur umiliato, continuava ad operare per la Chiesa attraverso il periodico “Pace e Bene”, la corrispondenza personalizzata, i foglietti di spiritualità (la Direzione Spirituale, le Elevazioni Spirituali, i Pensieri); egli continuava a far sentire a tante anime bisognose di Dio il suo conforto, i suoi consigli, liberandole da angosce e tormenti e, attraverso il confessionale e la direzione spirituale, riconciliava a Dio tante anime. Per amor del prossimo e di Dio lavorava anche di notte per rispondere alle numerose persone che gli inviavano richieste di preghiera e delucidazioni su argomenti spirituali e prolungava la sua preghiera al Signore offrendo se stesso. Sappiamo che delle persone, vedendo a notte inoltrata una camera illuminata del convento, chiedevano chi vivesse in essa e se ci fosse stato qualche confratello malato, ma i frati rispondevano che quella era la stanza di P. Giuseppe Bocci. Quando egli morì (45 anni or sono), tante persone che avevano avuto modo di conoscerlo personalmente e di godere dei suoi insegnamenti, si sentirono di testimoniare la sua santità, le sue virtù, le sue eccelse doti e qualità tanto che sulla bocca dei pesaresi circolava la voce che era morto un santo.
Canonizzazione. Ora si attende da lui un miracolo che lo porti “sugli altari”. Si sa che egli ha già ottenuto da Dio tante grazie spirituali a quelle persone che a lui si sono rivolte con fede. Occorre una preghiera assidua e grande fede per ottenere dei miracoli e, quando questo arriva, avere il coraggio di professarlo apertamente. Solo così si potrà vedere P. Bocci onorato sugli altari. Intanto si ricorda che sabato 23 novembre sarà celebrata nella chiesa dei Frati Cappuccini di Pesaro, alle ore 17.30, la commemorazione della morte del Servo di Dio P. Bocci.
DANTE SIMONCELLI