La “nuova Evangelizzazione” è un tema divenuto sempre più atteso e fruttuoso nella Chiesa. Da quando Papa Francesco ha lanciato al mondo cattolico l’enciclica “Evangelii Gaudium” (La gioia del Vangelo), ogni fedele è invitato a misurare la propria fedeltà al battesimo anche da questo punto di vista: la sua personale adesione al compito della Chiesa di evangelizzare, secondo le parole di Gesù: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura…”.
Testimonianza. In questo mese di novembre ricorre il 45° anniversario della morte del Servo di Dio P. Giuseppe Bocci da Sant’Elpidio. Ripensare alla sua testimonianza può aiutare il popolo di Dio anche a divenire veri evangelizzatori. Infatti il Cappuccino P. Giuseppe, nella sua azione apostolica, fu guidato da una particolare intuizione della necessità di evangelizzare, quando, circa quarantenne, rifletteva sulla situazione del mondo che si stava allontanando da Dio, con ritmo lento ma costante in quasi tutte le nazioni. In un articolo del 1930 pubblicato sul giornalino “Pace e Bene” apriva il suo animo esprimendo forte preoccupazione per l’allontanamento di tanta gente dalla pratica religiosa, e questo in diverse regioni d’Italia e in varie nazioni europee; pertanto – affermava – bisogna moltiplicare le Vocazioni dei Sacerdoti diocesani, dei Religiosi e dei laici impegnati (anche donne, particolarmente le sue figlie spirituali) per incrementare l’attività evangelizzatrice e difensiva contro l’azione distruttiva di molte forze di opposizione.
Apostolato. Molti sanno che il P. Giuseppe è stato un grande Apostolo delle Vocazioni per il suo tempo. Come a dire che la sua evangelizzazione è consistita soprattutto nel proporre l’ideale della vita donata al Signore, in risposta alla divina chiamata al sacerdozio e/o alla vita consacrata in istituti o congregazioni religiose. Sì, ma per la ovvia ragione che la proposta e la preparazione alla vita di famiglia nel matrimonio, erano sufficientemente svolte dai parroci, non perché non ce ne fosse avuto bisogno. P. Bocci annunziava Gesù, che costituiva il “modello” divino per ogni uomo o donna che avvertisse la spinta interiore a una consacrazione speciale attraverso la professione dei consigli evangelici della obbedienza, povertà e castità. Volendo esprimere con una parola lapidaria l’azione evangelizzatrice del Servo di Dio P. Giuseppe, dovremmo dire che egli fu un “Annunziatore”, e più specificamente un annunziatore ai giovani “chiamati” e testimone di Gesù Cristo casto, povero e obbediente fino alla morte, per la gloria di Dio e per la salvezza dell’intera umanità. Lo è stato non tanto con la predicazione, che svolse in misura assai limitata, ma con la confessione e la guida delle anime, con la preghiera e con gli scritti (principalmente col Pace e Bene, e i fogli della Direzione spirituale).
Attualità. Per i fedeli che visitano a Pesaro la tomba del P. Giuseppe Bocci (specialmente il 23-25 novembre, in ricordo del transito e della Messa esequiale), il Servo di Dio è come una tromba che proclama e amplifica il multiforme messaggio del nostro caro Papa Francesco: “Evangelii Gaudium”, cioè Il Vangelo è gioia! – Oppure, in parole più chiare: Vivi il Vangelo e sarai felice (in questa vita e poi, pienamente, in Cielo!).
P.MARIO PIGINI