Un quaderno e una matita. Il dono del babbo di Vilberto Stocchi acquistato in una fiera dell’alto Metauro. Un invito a dedicarsi allo studio con lo stesso impegno e la stessa fede con i quali, contadini e mezzadri, avevano curato campi e boschi, plasmati come giardini. Difesi con efficacia dagli eccessi atmosferici. Impotenti solo di fronte alle malattie, in famiglia e nella stalla, per carenza di istruzione, ma mai rassegnati al fato, fidando nella preghiera e nei riti religiosi. Con quella cultura e con quella fede Vilberto Stocchi, docente di Biochimica, è diventato Magnifico Rettore. Alla scadenza del mandato presenta il suo bilancio nell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2019-2020, dedicato agli studenti, affinché con lo studio crescano nella verità, associando alle nuove conoscenze l’immaginazione, per sognare sempre, con obiettivi e traguardi raggiungibili da lasciare in eredità agli studenti che seguiranno. Sapendo che la Scienza procede per gradi.
Traguardi. Stocchi si è inserito nel tracciato di Carlo Bo, con investimenti in strutture, nel personale e per gli studenti. Assi portanti dell’Ateneo. Per le strutture sono in cantiere recuperi e ampliamenti nell’ex Convento ex carcere di San Girolamo, nel Campus scientifico “Mattei”, nella nuova sede di Scienze Motorie, nelle sedi di Palazzo Battiferri e di Palazzo Bonaventura per un importo di oltre 40 milioni di euro. Si sono deliberate assunzioni di 83 docenti, distribuiti nelle tre fasce. Sono in corso ottime relazioni, e impegni, con la Regione Marche per manutenzioni e miglioramenti delle residenze universitarie dell’Erdis per gli studenti, le cui immatricolazioni sono cresciute quest’anno del 6,2%. Linee di sviluppo condivise dalle brave Erika Pigliapoco del personale tecnico amministrativo e Sofia Vaccari rappresentante degli studenti dell’Ateneo.
Silvestri. È tipico delle persone sapienti esprimere in maniera semplice e chiara argomenti complessi. Così è stata la Lectio Magistralis del prof Guido Silvestri del Centro di Vaccinologia di Atlanta (USA), specialista nelle ricerche anti AIDS. Silvestri è nativo di Senigallia, un uomo del Ducato e come tale ha richiamato le opere di Federico, Piero della Francesca, Raffaello: “Siamo nani di fronte a loro…” ma, si può aggiungere, che lui è su quella linea di creatività e di fede, quando afferma che “per ogni malattia la scienza fornirà una soluzione”. Per gradi e col concorso dei ricercatori di ogni geografia. Perché la scienza non è democratica, in quanto non si decide a maggioranza, ma per soluzioni e risultati. La scienza è apolitica. Diventa politica quando si lesinano i fondi alla ricerca. Per questo è compatibile con ogni sistema, di ogni area geografica. Religioni incluse, nel segno di una fratellanza universale. Agli studenti consiglia di pensare in modo critico, di essere aperti alla comunicazione, alla collaborazione e alla creatività e di allenare il cervello al cambiamento. Per viverlo e gestirlo, perché oggi non sappiamo come sarà il mondo tra venti o trent’anni. Un applauso convinto e prolungato ha gratificato il prof. Silvestri per lo spessore della Lectio.
Cerimonia. Alla cerimonia erano presenti i Rettori delle quattro Università delle Marche, di Bologna, della Lombardia, dell’Abruzzo e molti Sindaci del territorio ducale. Rappresentanti della Regione Marche, il Prefetto della Provincia di Pesaro e Urbino, le Autorità militari, civili e religiose nella bella Aula Magna Paolo Volponi, creata dall’architetto Giancarlo De Carlo. Una cerimonia esemplare nell’organizzazione, aperta e chiusa dal Coro e Orchestra 1506 diretta dalla bravissima Augusta Sammarini, con l’Inno Nazionale, il Gaudeamus igitur ed un brano del Nabucco di Giuseppe Verdi.
SERGIO PRETELLI