Eccoci al consueto appuntamento mensile con la rubrica “Silenzio di Parole”, curata da Cristina Tonelli in collaborazione con la Sala della Pace della Caritas, uno spazio di riflessione e osservazione dell’attualità da punti di vista diversi.
Nel mese della festa di San Francesco, che chiude il tempo del Creato, e del Sinodo per l’Amazzonia voluto da Papa Francesco, vi suggeriamo la lettura di un breve articolo di Cristina proprio sulla natura e i suoi cambiamenti, per stimolarci a rimettere al centro non solo dei nostri pensieri, ma soprattutto dei nostri stili di vita il rispetto del creato e la sua salvaguardia.
Ottobre ci ricorda anche l’anniversario delle forti scosse del sisma che nel 2016 ha colpito il centro Italia, provocando non solo danni materiali, come il crollo della nota basilica di Norcia, ma soprattutto un elevato numero di persone sfollate dalle proprie abitazioni e ferite invisibili ancora da rimarginare.
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La natura ci sta inviando segnali di richiamo, terremoti, nubifragi, incendi che nel corso degli anni hanno colpito la nostra amata penisola senza recare preavviso alcuno.
Ci soffermiamo ad accumulare oggetti e cose di uso superfluo pensando che l’imprevisto non colga mai le nostre amate vite, che all’apparenza sembrano già pronte a gestire un cambiamento, poi a conti fatti ci troviamo poveri di risorse essenziali alla sopravvivenza.
I terremoti si sa hanno forte potere distruttivo, sono imprevedibili e lasciano segni cicatriziali nei cuori di chi li vive sulla pelle, annullano in tempi rapidi sogni e desideri, lasciano un amaro in bocca che non sarà facile abbandonare.
Gli incendi d’altro canto trovano sovente la loro causa nell’uomo stesso che spesso non si prende cura del mozzicone di sigaretta che lascia senza accortezza in mezzo a prati e campi. Ardono così interi boschi e ciò che vive in essi senza riuscire a scappare dal potere divampante delle fiamme.
Altro potere distruttivo viene preso in carico dai nubifragi che inghiottono intere città senza lasciare scampo alcuno.
Si sta forse ribellando all’incuria dell’uomo la natura in ogni sua molteplice forma di vita? È forse un segnale che ci invia per invitarci ad amarla, rispettarla e proteggerla al tempo stesso?
In qualità di uomini e donne che da essa traggono sostentamento, dovremmo fermarci a meditare su quanto sfruttiamo la nostra madre terra tanto decantata dal nostro santo patrono S. Francesco che ne tesseva le lodi nel cantico delle creature: “Sii laudato Mio Signore per la nostra Madre Terra ella è che ci sostenta e ci governa. Sii laudato Mio Signore Vari frutti lei produce Molti fiori coloriti e verde l’erba.” (“Il cantico delle creature”. A. Branduardi)
CRISTINA TONELLI
FOTO DI MATTHIAS CANAPINI