Al Meeting di Rimini, tradizionale appuntamento nazionale organizzato da Comunione e Liberazione, 30 volontari del CSI hanno animato lo Sport Village “Let’s Play Sports” e sono state 15.000 le presenze riscontrate. Molti si sono cimentati nelle attività sportive, nuove e tradizionali, proposte dagli animatori aranblu. Ma il momento conclusivo della settimana sportiva del meeting ciellino è stato il confronto pubblico su “Famiglia e Sport”, al quale hanno preso parte atleti, ex ed attivi, e in cui ha preso la parola anche il Presidente Nazionale del CSI.
Intenzioni. Il presidente Vittorio Bosio, dopo aver ricordato l’impegno educativo che vede l’associazione impegnata a formare i giovani al fianco delle famiglie, ha parlato di una delle maggiori preoccupazioni che in questo momento angustia gli enti di promozione sportiva e tutte le associazioni impegnate nello sport sociale: “Abbiamo una miriade di società sportive e l’ambizione di dire che il 60% dei nostri sportivi hanno meno di 18 anni. Mettiamo a disposizione delle famiglie strumenti educativi. Il nostro compito per le famiglie è offrire strumenti per far sì che i propri figli possano crescere educati. Vinciamo le medaglie ai Mondiali e alle Olimpiadi, pur avendo una popolazione piuttosto sedentaria. Siamo in attesa dei decreti attuativi della nuova legge delega di riforma dello sport. Potrà aiutare, come nelle intenzioni dei promotori, lo sport di base? Ci sono buone intenzioni ma io sono come San Tommaso, e finché non vedo non credo. Ne abbiano sentite tante di promesse in questi anni, ma le società sportive di base sono state lasciate da sole”.
Legislazione. Dopo aver garantito che l’impegno educativo del CSI è sempre lo stesso, da che cosa è preoccupato San Tommaso-Bosio? La legge di riforma dello sport, varata dal decaduto governo gialloverde, ridimensiona il ruolo del CONI (sport per le medaglie) e intende mettere a disposizione dello sport di base (sport per tutti) maggiori risorse economiche ed impianti; contro questa legge si è fieramente battuto il presidente del CONI Malagò e dal CIO (l’ente che riunisce i CONI di tutti i paesi) è arrivata pure la poco velata minaccia che, in presenza di un ridimensionamento del ruolo del Comitato Olimpico, la tanto celebrata assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano-Cortina potrebbe essere cancellata. Che cosa farà ora il nuovo governo? Confermerà la legge di riforma o riassegnerà al CONI il ruolo di gestore di tutto lo sport nazionale? Riconoscerà l’importanza socio-sanitaria della pratica sportiva? Sembrano banali dispute politiche, in realtà da queste scelte dipende la qualità del servizio che le associazioni dello sport per tutti possono offrire.
FRANCESCO IACUCCI (Resp. Relazioni Esterne del Com. Prov. CSI di Pesaro-Urbino con sede in Fano) (checco. iacucci@gmail.com)