Baretto al mare, vicino a Fosso Sejore, la ragazza che lavorava lì l’estate precedente e che tutti noi conoscevamo benissimo, era tornata per salutare le colleghe e avendo passato la notte al lavoro sbadigliava. “Ti faccio un caffè? – le disse la collega – anzi, puoi farlo da sola visto che sei più brava di me”. Il caffè venne bevuto con tanti ringraziamenti. Un signore che era presente, la fermò dopo che aveva salutato tutti e le intimo mostrando un tesserino: “Sono della Guardia di finanza, mi mostri lo scontrino”. Come ovvio lo scontrino non c’era perché il caffè era in omaggio. La legge però non contempla regali, per cui venne elevata una contravvenzione (circa 300 €) sia al locale che alla cliente non pagante. È di questi giorni la notizia che in una gelateria di Torino, dove la panna si paga a parte, il gestore abbia battuto uno scontrino per due gelati a 4 € invece di 4,50. È stato scovato un pericoloso evasore fiscale per ben 50 centesimi ed a questo punto la diatriba si sposta sui tempi dello scontrino, prima o dopo l’intervento dei militi. Nel dubbio speriamo che i finanzieri vengano promossi ed inviati a controllare gli scontrini nelle osterie di Orgosolo o nei bar di Corleone.
Ci torna in mente la vetusta barzelletta di Berlusconi: “Fermi tutti questa è una rapina” “Meno male pensavo fosse la Guardia di finanza”. Il tragico di questa storia è che nel nostro paese esistono torme di evasori e di elusori fiscali, ma siccome sono troppo bravi e soprattutto sostenuti da ottimi avvocati e commercialisti, nessuno riesce a stanarli. I militi, per giustificare la propria attività danno allora la caccia alle piccole irregolarità degli scontrini. Io nel frattempo mi sono cautelato ed alla domanda del gelataio se ci voglio la panna sopra rispondo che ho il colesterolo alto e preferisco evitare.