Con la decisione del Giudice Francis di spostare Charlie Gard in un Hospice e di procedere immediatamente alla sua estubazione e terminare la sua giovane piccola vita il Law inglese, con l’appoggio del GOSH, le macchinizzazioni dei legali e gli evidenti conflitti di interesse, pone fine alla vita di Charlie con un protocollo che, ipocritamente, viene chiamato “Best Interest”. Ma oramai è chiaro agli occhi di tutti che questo è omicidio ed accanimento di legge verso un disabile e la sua famiglia. Ed è un precedente gravissimo. Il tema di edonismo di stato e di humus che pervade l’occidente inerente la Qualità della Vita ha distorto ogni lettura.
Nel contempo si deve altresì rilevare che lo Stato ed il sistema hanno anche calpestato la “responsabilità genitoriale” che, per natura propria, è riconosciuta dalla legge e non creata dalla legge. Lo Stato, se occorre, ha capacità “suppletiva” e non “sostitutiva”. Tale legame, genitori-figli, previene lo Stato stesso. Anzi, come ricorda la buona Dottrina Sociale della Chiesa, la famiglia è prima e vitale cellula della società (Familiaris Consortio, 42) Queste due tematiche, distorte per il delirio dell’umano in cui è immerso il Law inglese e via via, buona parte dell’occidente, ha creato uno scontro impari tra Istituzione e Genitori. Come la storia insegna, la prima battaglia, la vince la prepotenza di chi è più forte. La prima battaglia. Il ritardo di questi mesi, a causa di questo iniquo sistema e della testardaggine dei medici del GOSH, nonché della prepotenza del sistema stesso, ha evitato che si potesse approntare il protocollo di cura del piccolo. Il quale appunto non sarebbe guarito ma sarebbe stato curato con decisi miglioramenti, forse non prevedibili, ma largamente auspicabili, secondo scienza medica. I riflettori mediatici sulla vicenda e su questo sistema iniquo di procedere restano. Verso Charlie ed i suoi genitori invece poniamo un silenzio carico di pietà e di preghiera… e di ringraziamento. Non smettiamo di pregare, perché a Dio ogni cosa è possibile. Mai più Charlie.
Paolo Cilia – Orciano di Pesaro