600 docenti universitari hanno lanciato il grido d’allarme: “I giovani non sanno più scrivere in un italiano corretto”. Siamo d’accordo; il Congiuntivo è morto ed anche il Condizionale non sta troppo bene, ma la malata più grave è la Logica: frasi scollegate, dove il soggetto va per conto suo ed il verbo segue il primo che capita. La frase principale è infarcita di coordinate e subordinate ed ognuna di queste ha un tempo ed un modo che diverge dal soggetto. Poi qualcuno la chiama scrittura creativa ma è soltanto sconclusionata. La colpa è delle nuove grammatiche che hanno invaso la scuola negli anni ’80. Intendiamoci, non abbiamo nulla contro le nuove grammatiche che sono utili e logiche, ma i pedagoghi per lanciarle hanno aggredito la grammatica tradizionale definendola pedante e noiosa. I docenti hanno afferrato al volo l’occasione ed hanno smesso di insegnarla. Purtroppo non l’hanno sostituita con nulla.
Questa e non i messaggini è la causa dell’incapacità di esprimersi in modo corretto. Gli SMS in fondo sono un’altra lingua e gli SMILE esprimono con rapidità, anche se troppo sinteticamente, gli stati d’animo. Ricordo un insegnante delle superiori che al primo errore grammaticale gettava il compito in classe nella stufa. Severo? Purtroppo oggi ci sono i caloriferi e se volessimo bruciare un foglio protocollo scatterebbe l’allarme antincendio. I risultati sono le tesi di laurea infarcite di errori ed i cattedratici devono trasformarsi in maestri elementari con tanto di penna rossa e blu. I giovani non sanno scrivere e, correggendo le bozze del nostro periodico, a volte anche gli adulti. Ma nel nostro caso va sempre meglio che nel più diffuso quotidiano locale. Se volete fare la conta degli errori leggetelo!
Alvaro Coli