“Lui e Lei alla radice dell’essere” Potrebbe porsi come titolo di un trattato sul ‘genere’ maschile e femminile, invece me lo trovo come titolo molto serio ed esplicito di un fenomeno invasivo di carattere sessuale dalle mille facce. Mi risulta che di tendenze sessuali, dal gender al transgender e via dicendo, se ne possono verificare tante (56) e la serie non è conclusa. Mi consta anche che facebook ne abbia promosso l’introduzione, allorché si realizzassero come profili, venissero cioè nel campo sociale civilmente riconosciuti. Ciò che conta oggi, secondo molti, è ciò che si decide di essere e non ciò che si è veramente. Sembra una richiesta legittima tuttavia, se ben analizzata, potrebbe tramutarsi in una anomalia sociale.
L’esasperazione delle varietà sensoriali che si verificano attorno agli istinti, particolarmente quello sessuale, è un discorso di estrema e scottante attualità. Dati femminei e dati virili si incrociano e si riversano nella definizione e nella personalità di ogni individuo. Non è cosa di oggi ma di sempre, nella lunga vicenda umana. C’era una volta una donna forte che cercava normalmente un giovane ‘gentile’ e un uomo forte una donna “tutta femminile” senza annullare il confine del genere. Sta come pietra miliare: una testimonianza che risale alla preistoria “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò…. Crescete e moltiplicatevi”. Difficilmente si mette sottobanco una indicazione, fra l’altro modernissima per la semplicità ed essenzialità di gender. Se i dati fisiologici, che corrispondono a relativi istinti, vengono estromessi dalla loro nativa funzione, non solo quella sessuale, con una sostituzione che sa di profano nei loro confronti, è lo stesso uomo, capolavoro nell’universo che viene banalizzato. Gli stessi rapporti, con tutta la buona volontà e capacità di idealizzare, si trovano di fronte una realtà troppo dura ed essenziale. Se non altro entreranno in uno stato tale da rimanere frastornati. Si pensi solo in quale ‘depravazione’ è caduto, anche oggi, il fenomeno inerente alla deriva sessuale. Sta mettendo in crisi la stessa fonte del diritto e la definizione dell’essere umano.
Parole grosse che suppongono una realtà semplice: “vizi privati e pubbliche virtù”. Semplicemente innaturali rispetto al loro fine: la gola e l’ano per nutrirsi, il sesso per generare e per amare. Oggi si vuol valicare quel confine oltre il quale c’è il deserto che racchiude la macchia nera del Mar Morto, laddove emergono le rovine di Sodom, distrutta da quel vizio, non conosciuto dal nome di gender. Comunque se l’uomo vuole rendersi da solo vindice del proprio destino chiudendo con una cappa di piombo il cielo, credendosi padrone di sovvertire tutto, solo perché ha il dono della libertà, ricade nell’estremo deserto del ‘peccato originale’, dal quale può vedere riflessa la sua rovina. Non voglio indicare l’ultima spiaggia, bensì un sussulto di verità che lo riporti a galla.
Raffaele Mazzoli