INCONTRO DELLA FONDAZIONE CON IL PROF. MAGATTI
PESARO – Diciotto anni dopo
la scomparsa di don Gianfranco
Gaudiano la città si è interrogata
sul tema: “Il tempo della solidarietà
è finito?”. L’iniziativa proposta
dall’associazione don Gaudiano
Onlus ha visto la partecipazione
di Mauro Magatti, preside della
facoltà di Sociologia dell’Università
Cattolica di Milano, che lo
scorso 4 novembre è intervenuto
presso l’auditorium Antaldi della
Fondazione Casa di Risparmio
di Pesaro. Il prof. Mauro Magatti,
preside della Facoltà di Sociologia
all’Università Cattolica di Milano,
ha condotto la sua analisi sociologica,
riflettendo su alcuni termini
e comportamenti sociali maturati
negli ultimi quaranta anni. Negli
anni Settanta-Ottanta, nella comunità
intesa come (cum munus)
rete con doni reciproci, la solidarietà
era la risposta in solido, che
i componenti della comunità offrivano.
La solidarietà sia di classe
sia di nazioni è ormai in crisi da
circa venticinque anni, afferma il
prof. Magatti. Gli ultimi trent’anni
sono stati espansivi sia a livello di
economia, sia a livello individuale.
Cosa ha prodotto l’espansione-
globalizzazione? Sicuramente
tanto; se nel passato la libertà era
davanti a noi, oggi l’abbiamo raggiunta,
ma essa ha reso manifesto
un mondo diverso da quello che
ci aspettavamo. Siamo nell’epoca
della “libertà dei liberi”, così definisce
il nostro tempo il relatore;
tutti alla ricerca della propria autorealizzazione:
ognuno per la sua
strada, ma con l’ansia della solitudine
e dello slegamento delle
relazioni. Come non riconoscere
per vera l’affermazione che viviamo
e soffriamo, proprio ora che
abbiamo raggiunto “ la libertà
dei liberi”, una crisi che manifesta
uno slegamento della finanza, dei
cervelli, degli affetti, dei significati,
dei linguaggi ,dei valori, dei comportamenti..?
Cosa fare per vivere
la crisi come riflessione, discernimento,
opportunità? Come agire
di fronte a quel nemico della solidarietà
che è il nichilismo? Che
appiattisce tutti in una mancanza
di senso e quindi ci avvolge in una
privazione di desiderio e di motivazione
portandoci ai limiti della
depressione. Urge, pertanto, maturare
la consapevolezza della libertà
raggiunta e di fronte al caos,
rispondere con “l’alleanza”.
Se per i cristiani a fondamento
dell’alleanza è il Cristo-amore
che si dona, qual è il fondamento,
dell’alleanza per chi non crede?
Come il Papa Benedetto XVI
nell’ultimo incontro ad Assisi ci
ricorda, è doveroso usare la ragione
per affrontare la sfida di una
nuova epoca che richiede stili di
vita più equi, rispettosi del diritto
alla vita, all’educazione, al lavoro,
alla religione, alla parola, alla giustizia,
perché tutti, credenti e non,
soltanto superando ogni forma di
fondamentalismo, e affidandoci
ad una ragionevole speranza, possiamo
procedere nella direzione
della Verità e della pace.
M.Rosa Tomasello