Calcinelli
di Redazione
Alle esequie di don Giuseppe Monaco, presiedute giovedì 28 gennaio dal Vescovo Armando, tante sono state le persone che hanno voluto leggere o portare il proprio salute a don Peppe, a cominciare dal gruppo Scout FSE. Riportiamo un estratto delle parole di Fabio Francesconi.
Caro Don Peppe,
oggi nessuno riuscirebbe a parlare a questo microfono con quella voce squillante e potente che avevi tu quando, da quell’ambone, ti rivolgevi a noi. La tua morte così repentina ci ha lasciato tutti senza fiato ed è quasi impossibile opporsi al pianto. A nessuno basterebbe il tempo delle tue infinite omelie per raccontare di momenti felici e aneddoti divertenti di te e con te.
Un amico vero. Sono certo però che chiunque, trovandosi al mio posto, racconterebbe di un amico vero, dai modi talvolta severi e bruschi ma capace di un affetto profondo.
Racconterebbe di un uomo buono, generoso, gioviale ed entusiasta ma al tempo stesso orgoglioso, disordinato e testardo che troppe volte perdeva la pazienza senza mai perdere la speranza e la voglia di ricominciare.
Hai urlato e sbattuto porte in faccia a tanti di noi ma sei stato capace di riaprirle con sommessa umiltà anche quando ti abbiamo voltato le spalle.
Sei stato per tutti un padre buono e misericordioso, una guida, un fratello, un amico con il quale gioire, divertirsi, confrontarsi e scontrarsi ma soprattutto crescere. L’amicizia era per te sorgente e rifugio e quando pensavi che potesse venir meno avevi paura e soffrivi – ed è proprio in quei momenti – nonostante si manifestasse con i modi più duri – che abbiamo visto il tuo lato più fragile e più tenero che ci ha fatti innamorare di te.
Te ne vai come usavi fare spesso – lasciando la festa prima che fosse finita, sbattendo le tue mani sul tavolo ed esclamando “ECCO” – come a dire “tutto è compiuto, vi ho dato ciò che potevo, ora andate avanti senza di me”.
Umiltà. Ci lasciavi soli mentre tu ti ritiravi nella tua intimità fatta di fatiche, di semplicità e di umiltà. Nell’infinito affetto e nella dedizione per tua Madre Piera e tua sorella Annunciata ci hai insegnato l’amore, un amore che porta alla santità.
La festa non è ancora finita ma tu ci lasci soli anche questa volta con l’amara consapevolezza però – che non ti rivedremo mai più.
Non siamo soli. Nell’omelia della notte del tuo ultimo Natale ci urlavi: “IMPRESSIONANTE, NON CI DOBBIAMO FERMARE…perché DIO ci ha visitato
…e nel nostro desiderio continuerà a visitarci Non siamo soli, siamo in compagnia di un amore pieno – totale – che va al di la delle paure, dell’incertezza, della perplessità !
Perché l’amore non sta a guardare…e giorno dopo giorno diventa strumento di vita nuova.
Noi abbiamo la certezza – DON – che sei salito in cielo e che il Signore ti abbia riconosciuto ed abbia visto in te tutti i cuori delle persone che hanno sperimentato la carità delle tue opere. La tua vita resterà l’omelia più bella che ci hai lasciato. Ciao UOMO GIUSTO. Veglia su di Noi!