Comunicazione
a cura dell’UCS CEI
In questi mesi è emerso in modo chiaro quanto le nuove tecnologie interpellino gli operatori della comunicazione. Il rapporto con i media chiede un cambiamento radicale nell’approccio, ma prima ancora nel profondo del proprio essere. Il confine tra ciò che è ‘media’ e ciò che non lo è diventa sempre più labile ed è per questo che occorre rinnovarsi.
Formazione. Ecco allora che l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI ha pensato ad un progetto di formazione e aggiornamento destinato a quanti, in diocesi, hanno impegni di responsabilità nel settore della comunicazione. L’obiettivo è quello di provare a discernere i segni dei tempi, capire come le tecnologie ci interrogano e in che modo è possibile disegnare un percorso di Chiesa che non sia avulsa dalla storia.
Cammino condiviso. Si tratta cioè di costruire un cammino condiviso, che si arricchisca nello scambio tra chi lo promuove e chi contribuisce a crearlo. Il progetto si snoda attorno a 4 moduli, ognuno dei quali si articola in un incontro formativo comune, un’attività laboratoriale, un momento di scambio a livello regionale con il direttore dell’UCS, Vincenzo Corrado, un incontro conclusivo. “Comunicazione e web”, “Costruttori e animatori di comunità”, “La mediazione culturale dell’UCS” e “Per una pastorale integrata” sono i temi dei diversi moduli. Nel primo incontro ci si è soffermati sul binomio “Comunicazione e web”, in particolare sulle caratteristiche dei media digitali (sono basati su tecnologie digitali, sono convergenti, si affidano all’ipertestualità, sono distribuiti, interattivi, sociali e mobili) e sul loro utilizzo per la pastorale.
LabChat. È stato quindi lanciato il LabChat su Telegram per imparare a conoscere tale strumento (esplorando e praticando le sue funzioni) e per capire come utilizzarlo nei propri ambiti di servizio. Scopo dell’attività in chat – che prevede la partecipazione corale grazie all’introduzione di quesiti a cui si è chiamati a rispondere e alla condivisione di materiali – è duplice: da una parte appropriarsi di uno strumento che poi può essere rilanciato nel contesto locale, dall’altra fare autoformazione con la ‘comunità di pratica’, nella quale tutti collaborano alla conoscenza comunitaria attraverso l’interazione.