Fano
di Redazione
Ascoltare gli altri per pensare e creare, sostenere la collaborazione e la partecipazione, valorizzare le capacità delle persone, dar voce alle narrative minoritarie, identificare i punti di forza su cui far leva per ottenere i cambiamenti, agire da una visione comune, partire dal piccolo, apprezzare ogni conquista, accettare e gestire gli imprevisti come un’opportunità, connettere prospettive, persone, idee. Su questi punti, Davide Boniforti, psicologo di comunità, ha focalizzato il suo intervento in videoconferenza nella mattinata di mercoledì 9 maggio nell’incontro con gli operatori di Caritas e con i direttori degli Uffici Pastorali Diocesani, temi che sono stati ripresi anche nel pomeriggio della stessa giornata nel corso dell’assemblea diocesana della carità. “L’opportunità – ha sottolineato Boniforti – di coltivare spazi di ascolto è una prassi che contraddistingue l’avvio degli interventi, ma li identifica anche durante l’intero processo e percorso. Per poter aiutare gli altri è importante prima ascoltare”. Boniforti ha messo in evidenza l’importanza di raggiungere uno scopo comune condividendo rischi, risorse, responsabilità e riconoscimenti e di aprire spazi di confronto fra persone e gruppi. Lo psicologo si è soffermato sul significato del verbo partecipare e sulla valorizzazione delle capacità delle persone. “Occorre considerare la capacità di chi si mette o può mettersi in gioco e sostenere le possibili forme di reciprocità tra le diverse competenze”. E ancora un focus sul tema dell’inclusione chiedendosi soprattutto come poter coinvolgere le persone più “lontane”, quelle che rischiano di essere emarginate dalla comunità. “Dobbiamo porre l’accento – ha sottolineato Boniforti nel corso del suo intervento – sui punti di forza e non solo sui problemi, sui disagi e sulle esperienze negative. Inoltre, è spesso utile rivisitare la visione delle comunità per assicurarsi che il percorso stia procedendo verso una direzione adeguata, condivisa e attuale rispetti alle attese. Dobbiamo chiederci: qual è il nostro sogno di comunità? Come ce la immaginiamo? Cosa potremmo fare per trasformare questo sogno in realtà? Di che cosa abbiamo bisogno?”. Boniforti ha ribadito l’importanza di partire dal piccolo, di fissare obiettivi raggiungibili e di valorizzare i risultati ottenuti. “Per fare animazione di comunità non è necessario disporre di enormi platee e masse. Partiamo con le persone più motivate a mettersi in gioco per agire su un possibile cambiamento”.