Nonostante il maltempo, il borgo di Carignano si è animato, domenica 19 gennaio, in occasione della Festa di Sant’Antonio Abate con la benedizione degli animali.
Un appuntamento molto sentito che rievoca tradizioni del passato da tramandare anche alle nuove generazioni.
Nell’omelia della Santa Messa il Vescovo Armando ha messo in evidenza la vita del santo, vita che si può riassumere in due parole: preghiera e penitenza, le sue armi e le sue vittorie contro il mondo e le passioni. “Gesù disse “Se vuoi essere perfetto, va’ vendi quello che possiedi e dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”. Duecentocinquanta anni dopo – ha sottolineato il Vescovo – tra tanta folla che ascoltava, più o meno attenta alla Parola di Dio, vi fu un giovane che accolse questa Parola: giovane ricco, bello, nobile che mise in pratica le parole di Gesù: era S. Antonio Abate. Lascia il mondo, si ritira nel deserto e lotta contro le forze dell’inferno. Una sola riga del Vangelo segnò una svolta decisiva per la sua vita. Cosa dobbiamo imparare da sant’Antonio? Amare il Vangelo e vivere il Vangelo. Amare il Vangelo – ha proseguito il Vescovo Armando – è il sunto della vita e della dottrina di Gesù: è perla preziosa, è la bussola del cielo. Sant’Antonio è vero e perfetto cristiano, che combatte contro i suoi nemici, le tentazioni, con le armi del silenzio, del digiuno, del lavoro, dello studio, della preghiera e dell’esercizio delle virtù vestito poveramente. Il nome di Antonio – ha evidenziato il Vescovo – divenne formidabile contro il demonio e le sue astuzie infernali. E’ una lotta su tutti i fronti: l’uomo lotta per guadagnare il pane, cercando lavoro, per ottenere giustizia sociale, ma soprattutto deve sostenere lotte spirituali per osservare la legge di Dio, per vincere le tendenze cattive, per raggiungere un ideale di perfezione”.
Il Vescovo si è poi soffermato sul concetto, caro a Papa Francesco, ovvero quello dell’ecologia del cuore e ha poi accennato alla figura di Sant’Antonio quale protettore degli animali e guaritore e la nascita della devozione popolare nei confronti del santo. “Siate sentinelle – ha concluso il Vescovo – di un bene che il mondo agricolo ha conservato”.