A fine agosto con un gruppo di amici di Cristo Risorto siamo stati pellegrini nella bellezza dell’Armenia, sorvegliata da lontano dal mitico monte Ararat, che spesso nasconde il suo incanto dietro nuvole e nebbia fino a renderlo invisibile. Il pellegrinaggio ha visitato per intero il paese sulla via della seta fra verdi pianure e aspre montagne, fra antichi monasteri e le modernissime tecnologie della capitale Yerevan, fra scarse speranze e voglia di riscatto.
Ararat. Bellissimo emblema di questa terra è la montagna sacra, che però non “abita” questa terra, essendo compresa tra i confini della Turchia, l’antico impero ottomano. L’Ararat troneggia contro il cielo dell’Armenia che può soltanto ammirare il monte sul quale il patriarca Noè trovò approdo per l’arca carica dell’intera creazione. Noi pellegrini ci siamo sentiti onorati ed accompagnati, quasi benedetti dalla sua visione che ci ha colpito fin dal nostro arrivo, nel mezzo della notte. Da pellegrini, abbiamo percorso molte delle strade dell’Armenia e mente e cuore hanno immagazzinato sensazioni, informazioni, intuizioni dense di significati. È stato un pellegrinaggio nella bellezza assoluta di antichi monasteri, di strette e misteriose valli, di laghi tranquilli (fra tutti il lago di Sevan a 2000 metri sul livello del mare, il più grande bacino d’acqua dell’Armenia); un pellegrinaggio nella vita quotidiana di popoli alla ricerca di un nuovo riscatto e nel ricordo di due genocidi terribili, perpetrati nella quasi totale indifferenza degli altri popoli della terra.
Camilliani. Momento culminante del pellegrinaggio è stata la visita alla rossa Croce dei Camilliani autentica presenza di speranza nel nord più povero dell’Armenia, dove abbiamo conosciuto ed aperto il cuore ad una popolazione in estrema condizione di disagio, soprattutto dal punto di vista sanitario, per il catastrofico terremoto del 1988. Qui i Camilliani hanno deciso di aprire un ospedaletto in prefabbricato, a duemila metri sul livello del mare, altipiano abitato da gente molto povera, fornendo capacità organizzative ed amministrative, medicine, generi alimentari, generi vari di sussistenza. Quasi un’impresa titanica cui la famiglia religiosa Camilliana si è dedicata anima e corpo. L’ospedale ‘Redemptoris Mater’ (questo il suo nome) è oggi un modello di efficienza cd offre la possibilità di avere cure gratuite a tutto il circondario, attraverso una fitta rete di ambulatori periferici.
Croci. Al ritorno dal pellegrinaggio è rimasto nel nostro cuore il fascino di una terra dove anche le pietre urlano un passato che merita riscatto. La varietà incredibile dei paesaggi affascinanti, sontuosi ed originali, tutti segnati dalle meravigliose croci di pietra incise come ricami sulle steli di tufo a misura d’uomo sono entrati nel nostro cuore …e non sarà facile dimenticare.
DON ADELIO BATTARRA