Passando davanti ad un laboratorio di tatuaggi noto diverse rappresentazioni di croci da incidere sulla pelle. Mi torna in mente l’aiutante del bagnino che aveva sulla schiena, a tutto campo, una crocifissione copiata da un quadro famoso. Con discrezione gli chiesi il motivo di quella enorme rappresentazione. Rispose che aveva ricevuto una grazia. Nulla da obiettare, ma forse qualche preghiera in più sarebbe sufficiente. Nel frattempo i bagnanti si chiedevano come conservare l’icona ed incorniciarla e se occorreva attendere il fine vita o si poteva scuoiarlo subito. Per fortuna dal tatuatore sono esposte croci di più modeste dimensioni anche se di varie forme. Ora non credetemi così ingenuo da pensare che giovanotti e signorine siano in preda ad una crisi mistica, tutt’altro, è solo moda. Ma forse i tatuati non hanno riflettuto sul fatto che se viaggiassero in paesi musulmani li accuserebbero di essere crociati; ed anche in altri paesi europei potrebbero essere vittime di uno sgozzamento. Se qualcuno dei miei lettori è stato in Terra Santa sa che, a richiesta, il visto invece di essere apposto sul passaporto viene fornito su un foglietto a parte. Questo perché i bravi israeliani sanno che, col visto stampato sul passaporto, l’accesso ai paesi islamici può essere più difficile se non impossibile. E quella è gente che di discriminazioni se ne intende. Se si corrono pericoli solo per un visto israeliano, figurarsi per delle croci tatuate e indelebili. Nella vetrina però non ci sono solo simboli cristiani, ma tanti altri fra cui quelli mussulmani: la mano di Fatima, l’occhio di Allah, la mezzaluna. Anche in questo caso ci possono essere dei pericoli, potrebbero scambiarmi per un impostore e non vorrei essere interrogato sulle verità del Corano da un imam armato di scimitarra. Credetemi, la cosa migliore è lasciare la pelle intonsa e pulita come l’ha creata il Buon Dio.