Sono terminati i lavori di restauro dell’inedita opera seicentesca “Ecce Homo”, attribuito ad un anonimo pittore caravaggesco. Il dipinto proveniente dai depositi del Museo Diocesano, fu segnalato all’interno della casa parrocchiale di San Cassiano e successivamente affidato in custodia all’Ufficio Beni Culturali diocesano, dal compianto don Giorgio Giorgetti. L’opera, un olio su tela provvisto di una pregevole cornice antica di stampo romano, versava in cattivo stato di conservazione necessitando di un urgente intervento di restauro sia per la condizione mediocre del supporto, sia per quella dell’intelaiatura lignea non più idonea a garantire la saldezza del manufatto.
Caratteristiche. Il dipinto è caratterizzato da un’atmosfera umbratile fatta di tenebra indistinta dalla quale emergono prepotentemente tre figure in primo piano. Al centro, la figura di Cristo flagellato è presentato ad un pubblico invisibile dal soldato-carnefice posto alla sua destra e da un anziano col turbante a sinistra, quest’ultimo identificabile in Ponzio Pilato procuratore della Giudea. L’iconografia del dipinto va dunque identificata nel tema dell’«Ecce Homo», un momento ben preciso della vita di Cristo e descritto nei Vangeli. Si tratta di un’opera seicentesca di indubbia importanza, per gli evidenti riferimenti stilistici – la scena in penombra, il violento taglio della luce – riecheggianti modelli e atmosfere paradigmatiche di un fenomeno artistico cruciale di inizio secolo, il Caravaggismo.
Attribuzione. Nel corso delle operazioni di restauro è stato possibile rinvenire una firma sul retro del quadro, precedente segnalata in maniera erronea in una vecchia scheda inventariale. La questione risulta estremamente importante per avanzare una possibile identificazione del suo autore, ma va allo stesso tempo inquadrata con estrema cautela, poiché posizionata non sull’originale ma su un antico rintelaggio.Saranno i successivi approfondimenti a chiarire verosimilmente la questione; ipotesi in questo senso potranno essere vagliate e approfondite nel riscontro di auspicabili ricerche in via di svolgimento. Tale iniziativa si inserisce tra le attività dell’Arcidiocesi in campo culturale, ponendosi quale obiettivo non soltanto la conservazione dell’opera ma anche la sua successiva valorizzazione; il dipinto verrà infatti collocato all’interno del Museo Diocesano di Pesaro, dove i visitatori potranno ammirarne la bellezza passeggiando nei suggestivi ambienti.