La Chiesa nell’Anno liturgico offre ai discepoli di Cristo la sapienza della sua Parola legandola al tempo. Molte volte la Parola di Gesù e il tempo in cui viviamo si respingono in base a un pregiudizio dal quale non sono immuni gli stessi credenti: la Parola è sempre quella da 2000 anni, il tempo cambia e, di seguito, la Chiesa è ferma, statica, arroccata sulle sue posizioni (qualcuno dice “da medioevo”) mentre il tempo si lega al progresso al futuro, alla bellezza del nuovo. Al tempo di Gesù il mondo era la mattonella dove abitavi mentre oggi a tutti è dato di poggiare i piedi nell’universo e di entrare nelle stanze segrete del DNA! Ma anche se questo è vero non ritengo corretto mettere la Parola di Gesù in un museo, perché coloro che hanno il coraggio di ascoltarla, la scoprono viva, tagliente, rivoluzionaria, libera, impossibile da ingabbiare, capace di scaldarti il cuore di farti vedere oltre e altro!
Parola. In ogni Parola del Vangelo incontriamo Gesù, l’uomo nuovo. In lui il mistero della vita si svela a tutti, anche chi tra noi non è scienziato o fisico nucleare, astronauta o filosofo trova il gusto e la bellezza di vivere.
Quaresimali. Ho scritto queste righe pensando all’invito che rivolgo a tutti voi di partecipare ai “Quaresimali” che il Vescovo Armando terrà nei lunedì di Quaresima, nella Basilica di san Paterniano, alle ore 21, a partire da lunedì 11 marzo. I temi che ha scelto di affrontare prendono il via dalle parole di Gesù sulla croce. Per chi conosce la tradizione della Chiesa sa che le “Sette parole” pronunciate sulla croce da Gesù sono state oggetto di moltissimi commenti a partire dai Padri della Chiesa. Quello che mi ha colpito è che il Vescovo, nel motivare questa sua scelta, ha fatto riferimento alla sua malattia. È nell’attesa silenziosa, paziente, trepidante, condivisa con tanti malati nei nostri ospedali che ha pensato e scritto questi commenti che condividerà con la nostra Chiesa diocesana. Il vescovo era in fila con quei malati, e Gesù era in fila con tutti loro, mi viene da dire! È stando in fila con loro che Gesù ha pronunciato parole nuove, parole di speranza, parole di abbandono, condividendo grida di dolore, lacrime e pianto.
Silenzio. In un mondo come il nostro in cui l’odio e la rabbia la fanno da padroni, questa Quaresima ci aiuti a dare peso alla Parola e a lasciare che il silenzio le permetta di affondare le sue radici di speranza nel profondo della nostra vita. La Parola di Dio ci chiede di «non lodare nessuno prima che abbia parlato ».(Siracide 27,8). Ascoltare Gesù e le sue parole dalla croce ci mette davanti a un Dio inerme che manifesta la sua potenza nella debolezza! Davanti al dolore innocente, davanti al crocifisso che parla scopriamo che la Pasqua di risurrezione non è riempire il vuoto che ogni morte porta inevitabilmente con sé ma un aiuto a riconoscere che l’amore si manifesta oltre la soglia del proprio tornaconto e solo quando si dona tutto senza riserve si riceve l’inaspettato, l’inatteso! L’invito che ci viene rivolto dalla croce non è alla rassegnazione ma all’abbandono fiducioso, filiale e alla lotta contro ogni forma di ingiustizia. Questo dicono le parole di Gesù sulla croce perché: «La sua bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (Luca 6,39).
Nelle serate di catechesi il Vescovo ha voluto due segni: il primo che la Parola fosse amplificata dal canto e dalle musiche che la tradizione della Chiesa ha riservato alla Settimana Santa; il secondo che si raccolgano offerte in denaro, frutto di un vero digiuno, destinate alla sopravvivenza dei cristiani in Terra Santa.
Non lasciatevi rubare questo tempo prezioso di grazia.
Il programma completo del Quaresimali è disponibile on line sul sito www.fanodiocesi.it