Per sua espressa volontà la salma era stata sepolta accanto ai suoi cari nel piccolo cimitero della sua città di nascita, Corridonia. Trascorsi dieci anni le spoglie sono state oggi tumulate nella Cappella dei Vescovi della Cattedrale di Pesaro. Poco dopo le ore 11 di mercoledì 12 dicembre (data della sua morte avvenuta nel 2007), monsignor Michetti è stato accolto sul sagrato della Cattedrale dal suono a festa delle campane. Presente il Vicario generale dell’Arcidiocesi di Pesaro don Stefano Brizi, il clero e da una piccola folla di fedeli. Nella stessa giornata è stato presentato il libro curato da Ernesto Preziosi dal titolo: “Gaetano Michetti a Pesaro”. Quindi in serata la S. Messa in Cattedrale dove si è tento anche un concerto del Coro Filarmonico Rossini e dell’Orchestra S. Maria del Suffragio di Fano. Riportiamo a seguire alcuni estratti dell’omelia di monsignor Piero Coccia.
Concilio. Il ritorno in cattedrale delle spoglie del Vescovo Gaetano Michetti ci induce a far memoria di un episcopato vissuto nella continuità e nella novità. A nessuno sfugge come Mons. Michetti sia stato garante della tradizione apostolica vissuta e fatta vivere nella fede con grande chiarezza e certezza. La Chiesa di Pesaro ha avuto in Mons. Michetti un pastore attento alla novità e questo grazie anche al Concilio Vaticano II. Come non ricordare il suo amore per la Costituzione Lumen Gentium con tutto quel ripensamento ecclesiologico che ci ha portato a vivere la Chiesa come comunità radicata nella comunione, aperta alla corresponsabilizzazione e generosa nella collaborazione? Ma voglio ricordare anche la sua attenzione per un’altra Costituzione conciliare, quella della Gaudium et Spes che lo ha visto impegnato nella sua attuazione, attraverso un ministero episcopale aperto ai cambiamenti della società e pronto a raccogliere le istanze culturali e sociali del tempo.
Responsabilità. Mons. Michetti non si è mai sottratto alle sue responsabilità di pastore. Per quanto condivise con il clero e con il laicato del tempo, ha fatto scelte importanti e coraggiose non lasciandosi condizionare da calcoli o da opportunismi. Certamente le scelte importanti o le prese di posizioni chiare hanno per tutti, vescovi compresi, prezzi da pagare. Tutto ciò è accaduto anche a Mons. Michetti. Ma quale è stata la sua reazione di fronte a questi eventi? È stata quella della mitezza e dell’umiltà. Animato dalla fede liberante nel Signore è stato pronto a chiedere e a dare perdono, perché convinto che le ragioni del cuore che ama, non solo sono sempre le più efficaci ma anche le più adeguate per chi trova nel Signore morto e risorto la ragione della vita di credente, di sacerdote e di vescovo.
Conclusioni. Il ritorno della salma di Mons. Michetti nella sua e nostra cattedrale, ci solleciti a leggere o a rileggere il suo lungo episcopato con le categorie della novità nella continuità. Nel contempo questo evento ci spinga a vivere la nostra quotidianità nella fede che genera la speranza ed alimenta la carità, come anche ad affrontare le nostre responsabilità come persone miti e umili di cuore che sanno confidare nel Signore morto e risorto.