“La propagazione della fede per attrazione esige cuori aperti, dilatati dall’amore. All’amore non è possibile porre limiti. La fede in Dio e l’amore per il prossimo costituiscono i fattori essenziali della missione della Chiesa”. A questo passo del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Missioni si è riferita la testimonianza di suor Antonietta Papa, invitata dal padre comboniano Michele Sardella e dai collaboratori del suo Ufficio diocesano di Pastorale Missionaria, in occasione della Veglia “Giovani per il Vangelo” presieduta venerdì scorso in Cattedrale dall’Arcivescovo Piero Coccia.La suora, segretaria del SUAM (Segretariato Unitario di Animazione Missionaria) e membro del Comitato per gli interventi caritativi a favore del terzo mondo della CEI, è stata sia in Africa che in Brasile, dove ha trascorso dieci anni, alcuni dei quali con gli Indios Xerente nella Foresta Amazzonica. Tante le sofferenze da lei viste e raccontate: tra le più dolorose quella di non essere riuscita a salvare una bambina morsa da un serpente, perché occorreva raggiungere a piedi l’ospedale distante 50 chilometri.
Eppure suor Antonietta ha sperimentato la verità delle parole del Papa: “Per chi sta con Gesù, il male è provocazione ad amare sempre di più”. Per amore, infatti, le suore percorrono chilometri e chilometri per addentrarsi in luoghi sperduti della foresta, dove c’è gente che aspetta la parola di Dio e fa festa con la celebrazione di tanti battesimi. Per amore e confortate dalla Parola del Signore hanno vinto l’iniziale paura verso gli Indios e hanno iniziato ad insegnare ai loro piccoli a leggere e scrivere. Per amore tante persone indigene, che non hanno nulla, che abitano in case di paglia e fango, con ospedale e scuola lontanissimi, percorrono, in parrocchie grandi come la Liguria, decine di chilometri a piedi per ascoltare il sacerdote. Questa è una “periferia estrema”, ma non la più desolata che, come scrive il Papa, è invece quella dell’indifferenza verso la fede o dell’odio verso Cristo. Durante la Veglia è stata rivolta una preghiera di ringraziamento anche per i missionari della nostra diocesi e per i giovani affinché si sentano coinvolti in un flusso di generazioni di testimoni. “Rivolgersi ai giovani, ha detto l’Arcivescovo, significa rivolgersi a ogni cristiano, perché la fede cristiana resta sempre giovane quando si apre alla missione che Cristo ci consegna”.