L’invito rivolto da Papa Francesco a tutte le Chiese locali, nell’annunciare il Sinodo dei Vescovi del prossimo ottobre – essere attenti in particolare a “giovani, fede e discernimento vocazionale” – ha offerto alla nostra arcidiocesi l’occasione di mettere in campo diverse iniziative, grazie alla sollecitazione di Mons. Piero Coccia e alla collaborazione tra Pastorale Giovanile, Vocazionale e Azione Cattolica. Sono state organizzate una Scuola di Formazione per Educatori e “Settimane per i giovani”, svoltesi con incontri, testimonianze e spettacoli nell’Unità Pastorale del centro storico e nelle parrocchie di Santa Croce e Sacro Cuore di Soria. Domenica scorsa, ad incontrare un bel gruppo di giovani nella chiesa di Sant’Agostino è stato il Vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina, il quale, parlando di “discernimento”, li ha messi in guardia da numerosi “luoghi comuni” propinati spesso come verità. Credere che “non si debba giudicare per non essere giudicati”, ha detto, è profondamente sbagliato. Certo, non si deve “condannare” (significato evangelico di giudicare), ma è necessario operare un discernimento – cioè una distinzione e quindi un giudizio – su se stessi, sugli altri, sugli avvenimenti. Siamo chiamati infatti a individuare ciò che è “buono”, sorgente di amore, di gioia, di pace, di dominio di sé.
Occorre anche liberarsi dalla terribile espressione “Io la penso così”, che riduce tutte le posizioni a “opinioni equivalenti”. Ma come liberarsi? Intelligenza e volontà non bastano. Occorre credere che Gesù sia Figlio di Dio. Se fosse infatti solo un uomo, seppure eccezionale, le sue parole varrebbero quanto quelle degli altri e prima o poi deluderebbero. Lo stesso per la Chiesa. Il ritornello “Cristo sì, la Chiesa no” rivela che non si è compresa la natura divina né di Cristo né della Chiesa e ci si è creati un Gesù a propria immagine. “Evitare il sacrificio” è un altro dogma della nostra società, dove prevale la deresponsabilizzazione e le colpe vengono riversate sempre sugli altri. Al contrario, senza responsabilità e sacrificio non si cresce. Mons, Cavina ha messo poi in guardia l’Azione Cattolica dal pericolo dell’intellettualismo, invitandola ad essere una realtà “popolare”, calata nella vita delle parrocchie, pienamente collaborativa con il Vescovo. Il prossimo appuntamento è previsto a maggio (dal 4 al 6) per vivere tre giornate sul tema “Qual è il mio posto?”.