Nell’ambito della rassegna “La strada per Pesaro. Pesaresi d’adozione”, ideata e diretta da Lucia Ferrati, è stato ricordato, a duecento anni dalla nascita, Carlo Pedrotti, veronese, primo direttore del Liceo Musicale Gioachino Rossini. Anche Pedrotti fu pesarese d’adozione e appartiene alla schiera di donne e uomini che per scelta o per destino, per un periodo di tempo più o meno lungo, sono stati cittadini di Pesaro.
Conservatorio. Carlo Pedrotti fu nominato direttore del Liceo Musicale Rossini nel 1882, su proposta dell’allora sindaco Giuseppe Vaccaj, sollecitato dall’amico Girolamo Gianoli che vedeva in Pedrotti un “profondo conoscitore e scrittore di musica” oltre che un “gentile ed educato signore e per di più pratico di direzione”. Era stato infatti direttore del Liceo Musicale di Torino dove gli era stato anche affidato il ruolo di Maestro concertatore e direttore del Teatro Regio. Pedrotti inoltre aveva alle spalle una intensa e fortunata carriera di operista – celebre il suo melodramma “Tutti in maschera” – ed aveva partecipato, con la composizione del “Tuba mirum” (1868) alla “Messa da Requiem per Rossini” voluta da Giuseppe Verdi. La proposta pesarese – come Pedrotti scriveva ad un amico – gli era parsa molto allettante: “la posizione è molto onorifica, conveniente lo stipendio e l’alloggio. Di più, la Direzione di un grandioso istituto solletica il mio amor proprio e là sarei nel mio elemento[…]”. Nei dieci anni di permanenza a Pesaro Pedrotti avviò importanti iniziative: a lui va il merito di aver istituito l’evento ricorrente delle “Celebrazioni Rossinane”. In occasione del primo centenario della nascita di Rossini, nel 1892, organizzò, fra le altre manifestazioni, un applauditissimo concerto tenutosi il 29 febbraio sotto la sua direzione alla presenza di un numerosissimo pubblico e degli Accademici rossiniani, riuniti per la prima volta sotto la presidenza di Giuseppe Vaccaj.
Auditorium. Pedrotti si adoperò inoltre per arricchire la biblioteca dell’istituto con preziose partiture, fece venire a Pesaro come docenti del Liceo valenti musicisti, scoprì e favorì la carriera di talenti della musica come Alfredo Zonghi, Cesira Pagnoni, Anna Pettignani e in seguito Maria Grisi e Alessandro Bonci. Pochi mesi dopo le solenni celebrazioni del centenario della nascita di Rossini, preoccupato per l’incarico direttivo sempre più impegnativo, ammalato e depresso, Pedrotti decise di tornare a Verona dove si tolse la vita gettandosi nelle acque dell’Adige. A lui è intitolato l’Auditorium del Conservatorio. Iniziato sin dal 1885, con il patrocinio dello stesso Pedrotti, il salone dei concerti venne aperto al pubblico in occasione del centenario rossiniano ma sarebbero trascorsi ancora molti anni prima che esso raggiungesse un assetto definitivo. Una seconda “inaugurazione” della sala si ebbe nel 1903 e nel corso degli anni l’auditorium si sarebbe arricchito di preziose decorazioni e, all’inizio del nuovo secolo, vi fu collocato il grande organo elettrico della ditta Mascioni di Cuvio (Varese) che aveva vinto il primo premio all’Esposizione di Milano del 1906.