“La differenza tra un deserto e un giardino non è l’acqua, ma l’uomo”. Con questo proverbio tunisino è iniziato l’intervento di Don Antonio Mastantuono chiamato dall’Azione Cattolica di Pesaro come relatore dell’Assemblea Diocesana che si è tenuta il 28-29 ottobre nel cinema e nei locali della Parrocchia di S. Maria di Loreto.
Il tema. Don Antonio, Vice Assistente Ecclesiastico Generale dell’AC ha trattato il tema “Tutto quanto aveva per vivere” scelto per l’anno associativo 2017-2018 ponendo particolare attenzione sull’aspetto delle relazioni umane che non solo vanno custodite, ma vanno fondate sulla consapevolezza che ognuno di noi è un prodigio.E in queste relazioni si deve “dare tutto” come la vedova dell’episodio evangelico che di fronte al bisogno non offre “poco” o “molto” o “qualcosa”, ma “tutto”… offre “Tutto quanto aveva per vivere”. Per l’AC, dunque, questo è l’anno della generosità, del dono, dell’offerta gratuita. Uno stile che non peggiora la vita, che non lede al lavoro o agli esami universitari o ai doveri familiari, ma che anzi ci educa ad affrontare tutto con un atteggiamento diverso.
Ingredienti. Se la ragione profonda della creazione di relazioni è quella di dare significato alla nostra vita, non bisogna dimenticare che il legame ha bisogno di alcuni elementi che lo rendono tale: il tempo, la conoscenza, la fragilità (vulnerabilità) il rito, la gratuità, la responsabilità.Sono questi alcuni degli “ingredienti” che possono rivitalizzare le relazioni in ambito associativo, ecclesiale e sociale e che Don Antonio ha illustrato ammonendo a non fare del nostro gruppo una “comunità gruccia” destinata a durare lo spazio di un mattino, ma di renderlo, invece, “come una comunità-nucleo che aiuta la parrocchia ad aprirsi agli ambiti di vita”.Dice Don Antonio: Oggi più di ieri è necessario che l’AC si prenda cura delle relazioni, di questo essere l’uno per l’altro e, nella misura in cui sarà capace di farlo sarà quel “ramo di mandorlo in fiore” che Dio fa vedere al profeta Geremia nel cuore del freddo dell’inverno.E se da un lato quel germoglio che Geremia vede ci ricorda che non c’è tempo, non c’è stagione in cui il Signore della nostra fede non sia presente, dall’altro canto ci invita ad essere noi, i nostri gruppi, la nostra AC un segno di fioritura nella chiesa e nella società anche in questo tempo che, per molti suoi aspetti, ci ricorda l’inverno.
Mostra. L’Assemblea di AC è iniziata sabato con la tradizionale Festa del Ciao che quest’anno si è concretizzata in una mostra fotografica curata dai ragazzi delle elementari e medie secondo il tema “Pronti a scattare” dove per scattare si intende sia lo scatto della foto – e quindi la capacità di dare uno sguardo d’insieme alle cose – sia lo scatto del velocista alla partenza. Entrambe le cose sono fondamentali: capire e agire, metterci testa, cuore e braccia per andare incontro al nostro fratello.