Presso la chiesa Sant’Arcangelo domenica 14 maggio si è conclusa la mostra organizzata della Libera Accademia di Belle Arti LABA di Rimini, intitolata “Scatti Caravaggeschi”. In mostra le opere dei ragazzi dei corsi accademici 2007-8 e 2008-9. Durante la serata inaugurale i responsabili dell’Accademia hanno ringraziato la Diocesi di Fano per essersi adoperata nella realizzazione dell’esposizione fanese. Il direttore della scuola, Massimo Marra, ha spiegato che la mostra è nata da un lavoro unitario di quattro differenti materie: fotografia, storia dell’arte, anatomia artistica e graphic design. L’azione congiunta tra le diverse discipline ha consentito la realizzazione di una serie di fotografie ispirate ai dipinti del Caravaggio. Gli alunni, durante l’esperienza, hanno dovuto non solo ricostruire il set fotografico delle scene tratte dai dipinti, ma hanno avuto modo di immergersi e vivere all’interno dell’atmosfera caravaggesca. Ma perché Caravaggio? Franca Fabbri, docente di Storia dell’arte, spiega che Caravaggio è, tra i tanti artisti appartenenti al passato, colui che maggiormente riesce ad avvincere non solo gli spettatori odierni, ma anche autori contemporanei appartenenti alla multimedialità. Inoltre, non bisogna dimenticare che la genialità del pittore Caravaggio sta nel riuscire ad identificare la storia evangelica con la storia dell’uomo, tanto che nella sua pittura Cristo e gli aguzzini, cioè la vittima e i carnefici, finiscono per ritrovarsi in uno stesso tragico destino, in una comune condizione di irreversibile dolore e solitudine.
Il prof Vincenzo Izzo afferma che per gli alunni di fotografia il presente lavoro ha avuto il merito di coniugare le istanze poetiche alle competenze tecniche-operative. Questo approccio lavorativo si è rilevato sorprendente formativo, perché ha permesso ai ragazzi di affrontare sul setting didattico ordinatamente: la progettazione fotografica, la tecnica fotografica, la tecnica delle riprese, illuminazione della fotografia, l’uso della fotografia analogica e digitale e, naturalmente, la post-produzione, la stampa delle fotografie… Un lavoro che ha permesso agli alunni di accrescere la capacità percettiva, di stimolarla criticamente e creativamente. Un altro aspetto importante del lavoro dei ragazzi è che, oltre ad aver creato il set ed aver scattato le fotografie, loro stessi sono stati anche modelli. Ciò ha permesso di scoprire che alcune pose della nostra tradizione pittorica, all’apparenza naturali, sono anatomicamente impossibili. Molte sono le licenze pittoriche degli artisti. Ma l’essere stati modelli ha contribuito per alcuni a vincere la propria timidezza oppure, di apprezzare la ricchezza di tratti anticonvenzionali e non stereotipati come avviene nei media.
Attraverso le loro opere fotografiche gli studenti hanno interpretato, più o meno didascalicamente, le opere pittoriche del Caravaggio: ad esempio nel “Narciso”, utilizzato per la locandina, il modello riprende la posa dell’opera caravaggesca in abiti storici, mentre nel “Giovane con Montone” divengono protagoniste due donne che si abbracciano e nel “San Matteo e l’angelo” un giovane ragazzo riccio in blue jeans e felpa interpreta il santo. Ancora il “Bacchino Malato” è trasformato in una giovane donna che sorseggia una “Coca Cola” e sul tavolo la natura morta è costituita da sigarette, arance e pasticche posate su un tappeto con una decorazione di tessere di puzzle in bianco e nero. Qui la protagonista non è affetta da una malattia fisica ma psichica per non dire che si tratta di una giovane insoddisfatta del mondo sociale in cui vive. I ragazzi del LABA sono riusciti ad interpretare gli ingredienti base con cui il Caravaggio ha reinventato la pittura religiosa: teatro, arte popolare e primitivismo. Andrew Graham-Dixon sostiene che il Merisi nelle sue pitture era influenzato dal messaggio di Carlo Borromeo e dei princìpi diffusi dalla Controriforma, tutti elementi che gli studenti riminesi sono riusciti a cogliere ed a reinterpretare nelle opere fotografiche da loro realizzate.
Della mostra nel 2016 è stato realizzato anche il catalogo, pubblicato da Guaraldi; la grafica è stata realizzata dagli stessi studenti. La professoressa Maria Cristina Serafini ha ribadito che è stato un lavoro editoriale-multimediale ed interdisciplinare, consistendo nella commistione delle metodologie più classiche a quelle innovative e tecnologicamente più avanzate. Tra i docenti della scuola anche Paolo Del Signore che si è attivato per la realizzazione di questa mostra a Fano; egli ha evidenziato come questo metodo di lavoro di gruppo consenta agli alunni di stringere legami e rafforzare le amicizie. In occasione dell’inaugurazione della mostra ha organizzato anche un concerto con il coro “Gaudium Vocis” del comune di Terre Roveresche e l’“Ensamble canticum novum” del Comune di Moena. Inoltre Paolo, in collaborazione con l’Associazione culturale “Officina degli artisti”, si è fatto promotore di una seconda mostra intitolata “Pose d’arte” presso l’ex-chiesa di Santa Caterina di Orciano di Pesaro, dove i ragazzi hanno interpretato opere dei grandi artisti della storia dell’arte. La mostra rimane allestita fino al 21 maggio
Lorenzo Fattori