URBANIA – Lunedì 23 gennaio u.s. a Urbania è stato ricordato il settantatreesimo anniversario del bombardamento per il quale ci sono state 245 vittime, oltre 515 feriti, 284 case rase al suolo e oltre 1800 abitazioni rese inagibili.
Questi numeri, che dicono tutto, rientrano in quella pagina di storia che è stata scritta col sangue degli abitanti di questa città.
Nella fredda mattinata del rigore di questo inverno, gli studenti del nostro Istituto Omnicomprensivo Statale “Della Rovere” hanno lasciato le aule scolastiche per compiere un percorso guidato sui luoghi bombardati. Vi hanno preso parte anche l’Arcivescovo Mons. Giovanni Tani ed il Sindaco Marco Ciccolini.
Durante la descrizione dei luoghi della tragedia fatta da alcuni sopravvissuti, è stata notata una certa commozione: una toccante e bella lezione di storia per tutti. Poi alle ore 12.42, al “suono della sirena” rievocante il momento della tragedia di 73 anni fa, la città si è fermata precipitando in un “silenzio di tomba” per una preghiera e per una rievocazione nella memoria di tanti volti improvvisamente svaniti dagli occhi degli scampati.
Nel pomeriggio, alle ore 18.00, le autorità civili, le forze di polizia, il numeroso gruppo della protezione civile, i soci dell’Avis, l’associazioni dei carabinieri in pensione e numerosi fedeli (nonostante il freddo) hanno preso parte nella chiesa Concattedrale ad una solenne concelebrazione liturgica presieduta dal nostro Arcivescovo, che – nell’omelia – ha ricordato le vittime del bombardamento sviluppando poi alcuni temi emersi dalle letture, scelte sull’importanza del coraggio e dello spirito di sacrificio che sono necessari per proteggere i valori della vita.
Dopo la Messa c’è stata la visita alla chiesa dello Spirito Santo, il Tempio Votivo dedicato alle vittime di guerra, allora raso al suolo: in quell’incursione aerea anglo-americana del 23 gennaio 1944, tutto crollò, il tetto precipitò, la facciata si squarciò, ma l’immagine della Madonna della Misericordia con il Bambino benedicente rimase miracolosamente intatto e – anche per questo – l’Arcivescovo Mons. Donato Bianchi, con il plauso dell’allora parroco mons. Pasquale Grini e del sindaco del tempo Giuseppe Lucarini, volle che fosse incoronata dal Papa. E così avvenne. L’appuntamento per quella incoronazione si realizzò nell’Aula Paolo VI il 5 gennaio 1994. In quella memorabile giornata ben cinque pullman di urbaniesi partirono alla volta di Roma per vedere e salutare con gioia Papa Giovanni Paolo II, oggi Santo.
Ma sul fianco destro del presbiterio di quel Tempio Votivo, dove fa da sfondo il mosaico sulla crudeltà della guerra realizzato dall’artista durantino prof. Augusto Ranocchi, oggi c’è una novità, quella di poter ammirare anche una bella statua in pietra di Maria Santissima, ritrovata tempo fa in un’abbandonata chiesa di campagna. Il parroco mons. Piero Pellegrini l’ha fatta ripulire e l’ha sistemata in quel luogo speciale chiamandola “Santa Maria della vita nascente”, un titolo che cade bene in questo tempo come segno di protezione delle mamme in attesa di un figlio.
Ma quella sera, dopo la deposizione della corona d’alloro dinanzi l’altare, abbiamo incontrato anche una signora anziana, che – nel salutare l’Arcivescovo – disse: “Io, nel bombardamento, ho perduto tutto: mi sono morti papà, mamma e due fratelli; rimasta orfana mi ha accolta nella sua famiglia una zia”. Allora capii perché quella signora non l’ho mai vista mancare a quell’appuntamento!
Nel manifesto del programma di questo anniversario c’era scritto in grande il tema della giornata: “Per non dimenticare!”. Il parroco ha chiesto con insistenza che “per non dimenticare” occorre fare “silenzio”, un silenzio per pregare col cuore per le vittime di quella strage e per riflettere profondamente sulla inutilità della guerra.
Giuseppe Mangani
1 commento
Mia mamma rigucci Raffaella ricorda il momento del bombardamento! Ogni volta che visito Urbania sono anche un po’ triste e soffro per chi continua a violare i Comandamenti!!!
Preghiamo per la pace!
Pace in Dio!
…non vi dimenticate di pregare per me…Roberto…