Il nome è complicato ma il concetto è semplice: costruire le cose in modo che si rompano prima. I modi per farci comprare oggetti nuove sono tanti, uno di questi è far mancare i pezzi di ricambio, così si è costretti ad acquistarne altri. Un frigorifero ad esempio, non costa molto e potrebbe durare tanti anni; è sufficiente costruire una maniglia fragile e poi non fornire più i ricambi (ammesso di trovare un artigiano capace di sostituirla) per costringerci ad un nuovo acquisto. La congiura dei frigoriferi non è a danno del sindaco di Roma Raggi, ma delle nostre tasche. Un inalatore per bambini, se si rompe, ci costringe ad inviarlo al produttore via corriere.
Considerando i costi e il problema dell’imballaggio, vale la pena sostituirlo. Altro modo per imbrogliare i consumatori è vendere un prodotto a prezzi bassi: ad esempio un’auto, poi fornire i ricambi a prezzi elevati. E’ stato calcolato che se si volesse assemblare un’auto utilizzando i ricambi, il costo sarebbe almeno otto volte superiore a quello dell’auto nuova. Il guadagno non è nella vendita del mezzo, ma nella manutenzione e nei ricambi. Non parliamo poi dei computer: è in atto una corsa fra macchine sempre più potenti e programmi più complessi che richiedono computer ancor più potenti. I vincitori di questa gara sono i produttori, mentre perdenti sono le tasche dei consumatori. Le lampadine sono progettate per fulminarsi dopo un certo numero di ore e nessuno è disponibile a costruirne di migliori. Quelle a lunga durata funzionano per il doppio del tempo e costano il triplo. In definitiva i rapinatori che ti minacciano con una pistola sono più onesti, almeno si qualificano per quello che sono e non si definiscono produttori di beni di consumo.
Alvaro Coli