Si chiama rendita di posizione il sovraprofitto ottenuto grazie alla non perfetta concorrenza nel mercato. Facciamo alcuni esempi che sicuramente ci procureranno dei nemici, ma pazienza. Ci vengono in mente per primi i bagnini, dei quali abbiamo letto nelle cronache lo scarso contributo che danno allo Stato e al Comune: in pratica con l’affitto di sei ombrelloni pagano tutte le spese. E sentiamoci fortunati, nell’Adriatico il passaggio verso le onde non è interdetto ma nel Lazio e in Liguria robuste cancellate ed alti muri vietano il transito ai bagnanti che non pagano il ‘dazio’. Per l’Irpef e l’Iva non sappiamo nulla, ma alzi la mano chi possiede una ricevuta fiscale emessa dal bagnino. Altra categoria di rendite da posizione è quella dei notai. Questa tipologia di professionisti ha un albo serrato a doppia mandata. Se un giovanotto laureato in legge, che non sia parente di un notaio in esercizio, volesse affrontare l’abilitazione gli direi di non perdere tempo e prepararsi invece all’onorevole professione del pizzaiolo. Avrebbe maggiori probabilità di successo.
In Austria e negli Stati Uniti, per limitarci a paesi che conosco, la compravendita di un immobile si fa davanti ad un avvocato (solo se richiesto dai contraenti), poi si registra l’atto in un ufficio statale con spese molto limitate. Continuando potremmo citare i farmacisti: in questo caso è più facile superare l’esame di abilitazione, peccato che le farmacie disponibili siano pressoché zero ed ai giovani laureati e abilitati si aprono le laute vie del commesso, pagati come un dipendente del supermercato.Ma non se ne abbiano i benemeriti appartenenti alle categorie citate, in Italia ne esistono molte altre. Purtroppo solo il sottoscritto non ha rendite di posizione e parla solo per invidia.
Alvaro Coli