L’ultimo incontro
L’intreccio degli incontri personali, maggiori o minori, sempre importanti comunque, segnano in profondità il percorso di un’esistenza. Raccontarli equivale a una biografia. Ciò che sto per scrivere su don Gino Rossini sacerdote, più che una testimonianza vuole essere una dovuta e devota memoria o meglio una lettura postuma di alcuni momenti di grazia vissuti insieme.
Lo vedo adolescente nell’aula di IA dell’Istituto d’agraria di Villa Caprile, nel banco di prima fila a sinistra della cattedra; qualche giorno dopo nella Cappella dell’Istituto, per l’inaugurazione dell’anno scolastico, in piedi nei pressi dell’Altare con la timidezza di un improbabile chierichetto. Non ci si accorge, ma a scuola si cresce fisicamente e culturalmente in fretta. Il diploma che firma il passaggio dalla scuola alla vita è per tutti gli studenti un travaglio. È il momento di scelte importanti nel quale gli incontri con gli insegnanti acquisiscono una diversa intensità e particolarmente per il neo perito agrario Gino Rossini, additato universalmente come il fidanzatino dichiarato. Una sera, dopo l’imbrunire, nella stagione tiepida, prima dell’estate, per le vasche lungo il Corso XI Settembre si prolunga un colloquio che si conclude finalmente «ho scelto, mi faccio prete». Per me è stato un dono, per Lui una liberazione. Fin d’allora ci siamo sentiti dentro lo stesso presbiterio. Il tema di incontri, minimi, ma ricchi di senso, continua: ci siamo scoperti oriundi della comunità di Petriano; l’affetto e il profumo conciliare e l’ammirazione per il vescovo Michetti; la collaborazione con il Settimanale Interdiocesano; l’amore per l’arte e la celebrazione eucaristica nella chiesa di Santa Lucia…L’ultimo più che un incontro fu un abbraccio. Ci incrociamo nei pressi di via Baldassini. Lui in bicicletta ed io a piedi “Stiamo percorrendo una strada parallela, io con il mio tu con il tuo – e aggiunge – sono sereno lavoro intensamente finchè posso. Vivo la sensazione di “aver fatto di più” in questi sei mesi che in tutta la mia vita». Gli rispondo «Hai detto una bellissima cosa. Per quanto mi riguarda “sia fatta la tua volontà” qui comincia e qui finisce il mio Pater noster». Ma il suo male era molto più aggressivo. Ebbe la preferenza di essere chiamato, forse, perché ritenuto maturo per il regno mentre io ancora, forse, non lo sono.
Don Raffaele Mazzoli
2 commenti
grazie don mazzoli di questa testimonianza di vera vita cristiana e grazie don gino
Grazie don Mazzoli,leggo solo ora queste tue parole piu’vive che mai,come se non fosse passato il tempo.aAbbiamo voluto tanto bene a don Gino e ne vogliamo anche a te.Con affetto fraterno,Enrico e tea gamba.