Oltre duecento persone hanno affollato la sala del cinema Loreto di Pesaro, lo scorso 10 gennaio, in occasione della presentazione del libro dal titolo “Voglio la mamma” di Mario Adonolfi, ex deputato e co-fondatore del Partito Democratico. L’appuntamento, organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari di Pesaro e Urbino, da Scienza&Vita di Pesaro, Fano e Urbino e da Aimc Pesaro è stato condotto da Daniela Scavolini.
Il libro – ha spiegato Adinolfi – nasce dall’esigenza di confutare in maniera organica quei falsi miti del progresso rappresentati da matrimonio omosessuale, aborto, eutanasia, utero in affitto, fecondazione eterologa e teoria del gender.
«Serve una nuova resistenza – ha detto Adinolfi – per tutelare vita e famiglia perché oggi stanno per essere prese decisioni cruciali che rischiano di trasformare le persone in cose. L’Italia è chiamata ad essere un faro di civiltà; la sua Costituzione e le sue leggi infatti, rappresentano un patrimonio da tutelare contro una vera e propria offensiva antropologica». Nel libro si fa riferimento ai tre i temi essenziali sui quali la politica vuole mettere le mani: la nascita, l’amore e la morte. Una volta trasformate le persone in cose allora tutto diventa eliminabile anche solo se fallato o vecchio. E così si scivola nella deriva eugenetica senza più rendersene conto «fino ad avallare le teorie dell’autorevole docente dell’Università di Princeton, Peter Singer, teorico dell’infanticidio e di ogni eutanasia possibile. Via gli handicappati, i vecchi, i malati…»
Fondamentale per addentrarsi nelle pagine del libro è il capitolo dedicato al matrimonio omosessuale. Mario Adinolfi racconta di Elton John, del suo “matrimonio” con il “marito” David, della loro decisione di avere un figlio che si scontra con il limite di natura, del casting per cercare «un eccellente utero» da affittare, dei duecentomila dollari pagati a una donna canadese che ha venduto così quanto di più intimo una donna possieda: la maternità. E poi lo sperma di Elton John mescolato a quello di David, in modo che il figlio non possa mai conoscere il vero padre così come non potrà incontrare la vera madre: il contratto lo impone.
Nasce il bambino. Si chiama Zack. Viene adagiato sul petto della madre, ma solo per qualche secondo. Poi viene strappato da quel seno e consegnato alla ricca coppia di uomini che se lo sono comprato. La conclusione non è un giudizio. Non è un atto d’accusa. Ma è tutta nelle parole “rubate” a un’intervista-confessione del cantante al “Daily Mail”: Quando Zack capirà di non avere una madre, gli si spezzerà il cuore.
Poi il richiamo all’attualità con le vignette satiriche di Charlie Hebdo che ritraggono due uomini che tengono al guinzaglio una donna di colore (FOTO IN BASSO). Una nuova schiavitù che una parte della politica italiana non vuole vedere. Eppure – dice Adinolfi – per chi è di sinistra dovrebbe essere semplice capire da che parte stanno i diritti dei più deboli e difenderli. Poi la citazione tratta da Filumena Marturano perché la verità è semplice come la vita: “I figli non si pagano”. Al termine della presentazione del libro spazio ad un breve dibattito e l’invito ai presenti a diventare competenti su queste tematiche perché per fermare l’ideologia gender occorre andare alla “battaglia corpo a corpo”, ovvero difendere la ragione dei più deboli sul posto di lavoro, tra gli amici, a scuola… Di qui la decisione di Adinolfi di fondare “La Croce”, un quotidiano cartaceo in edicola dal 13 gennaio, e l’invito ai presenti a non scendere mai compromessi su questi temi.