URBINO – Una Chiesa diocesana, unita attorno al proprio Pastore. Questa l’immagine della Cattedrale, in occasione della celebrazione eucaristica, nella vigilia della festa di Cristo Re, per l’inizio del nuovo anno pastorale. Che l’inaugurazione sia coincisa con la festività di Cristo Re, non è certamente casuale, perché tutte le attività di questo nuovo cammino annuale sono state poste sotto la regalità di Cristo che, “uomo nuovo”, solidale con la comunità umana, eleva e perfeziona nel suo mistero pasquale, l’attività di tutti gli uomini. Tre le motivazioni di questo nuovo percorso annuale: l’inizio dell’anno pastorale, il mandato ai catechisti e l’annuncio della visita pastorale. «Voglio consegnare», ha detto l’Arcivescovo, «tutte le nostre attività, le nostre realizzazioni, ma anche le fatiche e sconfitte a Colui che ci ha chiamati, già dal battesimo e dalla cresima, a cooperare all’avvento del suo regno. Un pensiero speciale ai sacerdoti, alla cura pastorale loro affidata e al cammino delle “Unità Pastorali”». Mons. Tani ha nuovamente sottolineato che occorre pensare al servizio dei presbiteri, non solo in riferimento alla propria parrocchia, ma alla vita delle Unità pastorali. Ha poi ricordato l’importanza delle famiglie, vere cellule della società e della Chiesa. «Anche i genitori svolgono un vero ministero, un vero servizio alla vita sostenendosi a vicenda ed educando i loro figli». E ancora: «nel nostro cammino pastorale, un grande compito viene svolto dai catechisti e dagli insegnanti di religione, i quali a contatto diretto con i fanciulli e i giovani, trasmettono loro la fede e la comprensione di essa. A loro il mandato di svolgere questa missione: non è un compito a nome proprio, ma su incarico ufficiale della Chiesa». E’ quindi seguito l’annuncio della “Visita pastorale” che si realizzerà negli anni 2015-2016. Questa è prevista e richiesta dalla Chiesa che nel diritto canonico così si esprime: “il Vescovo ha l’obbligo di visitare la diocesi ogni anno interamente o parzialmente, in modo che almeno ogni cinque anni la visiti tutta…”. Che cosa ha di particolare? Come si differenzia da quelle che già avvengono? «Qui si tratta», ha detto Mons. Tani, «di un permanere più a lungo incontrando i consigli delle Unità pastorali e delle singole parrocchie, le varie categorie di persone, le istituzioni civili e religiose che si trovano sul territorio e anche le singole persone. Ciò che importa è avere uno sguardo di fede sul Vescovo. E’ necessario andare oltre la mia limitata persona e vedere in essa un segno dell’azione di Dio». E’ seguita una citazione del Concilio Vaticano II: “Nei Vescovi, assistiti dai presbiteri, è presente in mezzo ai credenti il Signore Gesù Cristo, pontefice sommo” (LG 21). Da queste visite, l’Arcivescovo si è augurato di aspettarsi un frutto particolare: «che le comunità, in tutte le loro componenti, sacerdoti, diaconi, accoliti, lettori e ministri straordinari dell’Eucaristia, catechiste e catechisti, insieme a tutti i laici e con maggiore evidenza le coppie di sposi, possano progredire nell’assunzione di responsabilità nell’azione pastorale. I laici devono passare da un ruolo di collaborazione ad un ruolo di corresponsabilità». Per un migliore preparazione a queste visite nel territorio diocesano, nei prossimi giorni verranno distribuiti dei questionari che saranno un aiuto per una capillare lettura dei vari aspetti della vita della Chiesa della nostra diocesi.
Giuseppe Magnanelli