URBINO – Archiviato l’anno scolastico per gli istituti “di ogni ordine e grado”, per migliaia di ragazzi, adolescenti e giovani delle nostre comunità si spalanca in queste settimane il mondo dell’oratorio parrocchiale (o interparrocchiale): grest (gruppo estivo), campi scuola, tornei sportivi, esperienze di servizio e di carità… tutto per la crescita umana e cristiana di queste giovani leve della famiglia, della Chiesa e della società. È veramente consolante e oggettivamente bello vedere tanti ragazzi e ragazze delle superiori – ma anche universitari – che, nonostante la stanchezza per la scuola appena conclusa e magari per qualcuno l’amarezza di qualche materia da riportare a settembre, si trovano per aiutare i loro “don” nella progettazione e nella realizzazione in qualità di educatori (non solo animatori e giocolieri!) delle esperienze estive, la maggior parte delle quali avranno come utenti i più piccoli, i ragazzi delle elementari e delle medie. E così, girando e visitando gli oratori e le sale parrocchiali, li vediamo impegnati per settimane, divisi per squadre, custodendo ed accompagnando i piccoli loro affidati, in una full immersion tra giochi canti balli e lavori di gruppo.
Guardando dall’esterno uno potrebbe porsi questa domanda: «Perché lo fanno? Quale beneficio traggono da questa ulteriore fatica?». A conti fatti i benefici sono molteplici; proviamo ad elencarli: innanzitutto loro stessi, i nostri adolescenti, crescono nell’amicizia, nel senso di gruppo e nella presa di coscienza delle proprie responsabilità; in secondo luogo, offrendo questo loro servizio – per lo più gratuito e ricompensato da qualche pizza o gita premio offerte dai loro don – hanno la possibilità di gustare la bellezza della gratuità generosa… stile che saranno chiamati ad esercitare quotidianamente quando saranno papà e mamme! E poi che gusto incontrare per strada in paese i “cuccioli” dei primi anni delle elementari che li indicano ai genitori: «Mamma, papà, quello è l’animatore della mia squadra al Grest…». Tutto questo e molto altro è il servizio in oratorio! Giustamente, quindi, i nostri Vescovi hanno intitolato l’ultimo documento sugli oratori (2 febbraio 2013) “Il laboratorio dei talenti”, perché qui ragazzi adolescenti e giovani crescono – l’intento almeno è questo – come Gesù in età sapienza e grazia. E la preghiera? Non manca, come stile, come proposta, come risposta di senso e anche come “sasso lanciato” nel mare delle domande dei nostri giovani. Ma l’oratorio ha, necessariamente, una soglia bassa, non può essere esclusivo, ma accogliente; deve poter dare spazio a tutti e saper camminare con il passo di ciascuno: questa è la scommessa educativa della Chiesa oggi verso i giovani! Affermano saggiamente i nostri Vescovi: «La gradualità è il criterio imprescindibile per accompagnare i ragazzi e i giovani nelle tappe della loro crescita, tenendo fisso lo sguardo sulla meta del progetto educativo, che costituisce il paradigma di tutta la proposta oratoriale: la maturità integrale, umana e religiosa, dei ragazzi e dei giovani».
Don Andreas Fassa – Referente diocesano per gli Oratori