Se puntiamo il faro sulla politica non lo troveremmo mai. Un fenomeno inopinatamente ignorato dai politici,ma non dalla cronaca e ne dalla opinione pubblica. Oggi il 15% delle prostitute sono minorenni. Si vendono in casa e sul web, proprio laddove il volontariato sociale e le agenzie educative non possono arrivare. Così la piaga delle “baby prostitute” si allarga e rimane senza cura sicché anche la vicenda delle due quattordicenni di Roma è uno dei tanti drammi annunciati. Urge ricordarle per capire. Due mesi fa sconvolsero l’opinione pubblica e sulla loro solitudine, ingenuità e sfruttamento molto resta da dire e da fare. I procuratori che si occupano del caso hanno chiesto un interrogatorio protetto onde evitare di farle testimoniare in aula. Indagini parallele si svolgono a Milano in cerca di far chiarezza sulle “ragazze doccia” (bagni della scuola) e a l’Aquila si cerca un riscontro sulla prostituzione minorile “in cambio di ricariche telefoniche”.
Ed è solo l’inizio. L’allarme viene da più parti: da privati , da associazioni ed in particolare da “Gruppo Abele” e da “Casa Papa Giovanni XXIII”. Sono storie di ieri e di oggi, diverse ed inimmaginabili, sempre nuove e tanto vecchie nei modi e nei protagonisti. Il dato più drammatico è che sono minorenni. Non è un gioco, una leggerezza, un episodio ma l’ aggancio ad una spirale infida da cui sarà difficile uscirne sia moralmente che socialmente. Concludo con quanto riferisce, ad un giornalista di Avvenire, Roberto Gerali su un aspetto oscuro e scabroso ed altrettanto difficile da affrontare ripetutamente denunciato da don Benzi sulla responsabilità e più ancora sulla correità degli adulti, particolarmente riferita al ruolo del cliente. Cito testualmente: “Tanto si sta diffondendo il fenomeno della prostituzione minorile ‘volontaria’, tanto più odioso è il ruolo del cliente, che non smetteremo mai di dirlo: va punito! Ci sono quasi nove milioni di ‘padri’, nel nostro Paese, che vanno con le loro’ figlie’. Si tratta di una follia collettiva da bloccare subito. Uno strumento ragionevole, secondo Gerali, sono le multe: in Svezia è applicato dal 1999, in Norvegia dal 2009, in Francia hanno deciso lo scorso dicembre. Non si può più stare a guardare”.
Perché la politica, ovvero i politici, in Italia continua ad ignorare questo fenomeno, degradante ed in espansione? Il fatto stesso che questa è una domanda che non si vorrebbe porre la dice lunga sulla eventuali responsabilità clientelari. La fame dell’oro non è superiore a quella del sesso.
Raffaele Mazzoli