I quarantasette anni di ministero, vissuti da don Fernando Boria alla guida della Parrocchia di San Giuliano in Trebbiantico, non potevano non lasciare “un’impronta profonda su tutta la comunità: un’impronta di azioni, opere e insegnamenti tracciata senza clamori, ma con una fede pura e semplice”.
La gratitudine verso il vecchio parroco – autentica e assolutamente non convenzionale – si è fusa, nelle parole di Nicolas, membro del Consiglio pastorale di quella comunità, con l’affettuosa accoglienza del nuovo parroco, don Giuseppe Scarpetti, che domenica 15 settembre ha fatto il suo ingresso ufficiale a San Giuliano, presentato dall’Arcivescovo Piero Coccia.
Grazie alla dedizione di don Fernando e all’impegno generoso di tanti laici, la comunità di Trebbiantico è cresciuta in questi lunghi anni nella fede e nell’impegno sociale : ha prestato particolare attenzione all’iniziazione cristiana dei fanciulli, all’azione missionaria e a quella caritativa; ha visto la nascita di AZIMUT, un’associazione con finalità di integrazione sociale e culturale, con la cui collaborazione – e con quella di molte istituzioni locali – ha potuto promuovere varie iniziative, garantendo, tra l’altro, la sua presenza costante nella struttura sanitaria di Galantara, dove offre un aiuto prezioso ai pazienti ricoverati.
E’ ovvio, comunque, che neppure una parrocchia così “unita e viva” come quella di San Giuliano poteva presentare il suo cammino come “concluso”: con cordialità perciò ha dato il benvenuto alla sua nuova guida, don Giuseppe, esprimendogli “amicizia, stima e rispetto” e ringraziandolo per “avere risposto positivamente alla nuova chiamata del Signore: una chiamata impegnativa, che si prospetta però anche carica di gioia”, perché sorretta dallo Spirito Santo e da una comunità accogliente come una vera famiglia.
Grato per questo augurale saluto, don Giuseppe ha dichiarato di volersi mettere in ascolto di Dio, della Chiesa, di ciascun parrocchiano.Di Dio, il quale, affidando la parrocchia al parroco, affida contemporaneamente anche il parroco alla parrocchia, legandoli a una responsabilità reciproca ; della Chiesa diocesana e del suo pastore, con cui si è impegnato a “divenire sempre più una cosa sola” ; di ciascun parrocchiano, per imparare ad accettare tutti così come sono, con pregi e limiti, senza pretendere nulla e senza giudicare.
Mons. Coccia, dopo aver ringraziato don Fernando anche per il suo impegno vicariale e diocesano, si è rivolto al nuovo parroco augurandogli un ministero improntato alla “misericordia”.Misericordia come “intercessione” presso Dio per il proprio gregge e vigilanza sulle sue possibili deviazioni idolatriche. Misericordia come “fedeltà alla vocazione”, vero atto di amore di Dio per l’uomo. Misericordia come “missione” orientata verso tutti, con un cuore che non si risparmia neppure con chi tradisce.
L’Arcivescovo infine ha invitato la comunità e il suo Consiglio pastorale a collaborare con don Giuseppe soprattutto nei campi della formazione dei laici, della famiglia e dei giovani, senza dimenticare mai di pregare per le vocazioni.