Caro babbo Natale,
a distanza di 28 anni ti chiederai perché ti scrivo,
vedi quando avevo 5 anni la fatina dei denti dopo aver deposto un molare sotto il cuscino non mi portò il soldino. Poi a distanza di qualche mese arrivò il tanto atteso Natale e io fiducioso aspettavo che tu mi portassi la pista per le macchinine, invece trovai solo 10 mila lire, al che pensai in una tua svista. Inoltre ero stato un po’ biricchino quindi ti diedi qualche attenuante. Poi però iniziai a comportarmi bene speranzoso nella Befana, come di consuetudine appesi la mia calza e… indovina? Solo carbone!
Rimasi veramente e profondamente deluso e decisi di non scriverti più. Ora però il rancore è passato quindi per questo natale vorrei chiederti un piccolo umile regalino, vorrei tanto trovare sotto l’alberello che ho faticosamente costruito con cartoni di scarto nella mia umida cella, il permesso del carissimo magistrato per la detenzione domiciliare. È vero che sono al gabbio per un definitivo del 2007 però posso definirmi un detenuto modello indi ti prometto che verrei fino in Lapponia ad incartare regali per i bimbi, ovviamente in affidamento al lavoro.
Grazie e sempre VIVA BABBO NATALE.
Emi