Quest’anno alcune indiscrezioni davano per certa la ricostruzione della grotta di Betlemme sotto il grande abete di Piazza del Popolo di Pesaro. Da tempo una parte della città chiede che il simbolo autentico del Natale possa trovare collocazione stabile “al freddo e al gelo” dell’inverno pesarese. Si vuole che stia in mezzo alla gente, credenti e non, ricchi e poveri.
La Casa Circondariale di Pesaro, grazie al lavoro della direzione, ha portato avanti quest’anno un progetto unico nel suo genere. Ne diamo anticipazione in questo numero del “Nuovo Amico” anche se avremmo voluto parlarne nell’edizione di dicembre di “Penna Libera Tutti”, il mensile dei detenuti pesaresi. In questo modo proviamo a chiedere alle nostre istituzioni di trovare una collocazione all’esterno, sotto l’albero.
Al presepe dei detenuti ci hanno lavorato persone di diverse etnie per far arrivare un segnale di pace a tutti i cittadini pesaresi. Nel gruppo ci sono cattolici, ortodossi, musulmani e persino atei. Si sono confrontati per rappresentare un paese arabo, abbozzando case di cartone, assemblando pezzi di legno e di mattoni. Tutti sono concordi nel riconoscere l’importanza delle festività e del senso del Natale e sono desiderosi da una parte di dimostrare che condividere significa dare un valore aggiunto a quello che si vive, e dall’altra di sentirsi nella e della comunità pesarese.
Per questo viviamo un duplice Avvento: la Nascita e questo segno particolare di comunicazione e di pace.
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1 commento
… il 25 dicembre, NASCITA di GESU’, IL SANTO NATALE… è una festività cristiana, perchè non sottoscrivere e condividere l’iniziativa con la partecipazione “multietnica”…è una tradizione religiosa per noi cristiani e “culturale”…rispettiamo tutte le tradizioni… accettiamo chi desidera condividerla con noi!