Sono stati più numerosi degli scorsi anni i Convegnisti che il 22 e il 23 settembre hanno partecipato all’annuale appuntamento promosso dall’Arcivescovo di Pesaro mons. Piero Coccia, in prossimità della festa di San Terenzio, per dare inizio al nuovo anno pastorale.
Più numerosi ed anche più “fedeli”: la sera del sabato, per la relazione di mons. Armando Matteo, docente presso la Pontificia Università Urbaniana, il Cinema di Loreto non è bastato a contenere tutti i presenti e si è dovuto utilizzare un locale vicino, dove era già stato predisposto un maxischermo per seguire i lavori.
Il giorno seguente molte persone hanno ascoltato, al mattino, le tre testimonianze (di Suor Eliana Zanotelli, della diocesi di Brescia e delle parrocchie pesaresi di Borgo S. Maria e Loreto) e nel pomeriggio hanno partecipato ai cinque gruppi di lavoro.
Il tema del Convegno – “Essere adulti nella fede” – strettamente legato all’Anno della fede indetto dal Papa, ha sollevato diverse domande: che cosa significa essere “adulti”, in particolare “nella fede”, in un tempo come l’attuale in cui la figura dell’adulto sembra scomparsa, oscurata dalla mentalità giovanilistica dominante? Quando la fede può definirsi adulta? Quali elementi la sostanziano? Quali responsabilità ne derivano? E, soprattutto, come si può comunicare la fede al mondo degli adulti, con particolare riferimento a quei genitori che, pur continuando a chiedere i sacramenti dell’iniziazione cristiana per i figli, non sono né credenti né praticanti? Come rinnovare la catechesi, tenendo conto della necessità di un coinvolgimento anche delle famiglie?
Dagli interventi dell’Arcivescovo, dalla relazione di Mons. Armando e dalle testimonianze sono emerse diversi spunti di riflessione. In questa e nelle pagine seguente riportiamo una sintesi dei passaggi più significativi. Torneremo sulle tematiche proposte dal Convegno sulle prossime uscite del Nuovo Amico.
Intervento di S. E. Mons. Piero Coccia
Saluto e ringrazio tutti voi per una presenza numerosa, attenta ed interessata e ancor di più per la decisiva testimonianza che date della fede in Cristo e per il prezioso ed apprezzato servizio che offrite nella chiesa e per la chiesa che è in Pesaro.
Esprimo viva gratitudine a tutti coloro che hanno preparato questo Convegno diocesano con cura, premura e passione, impegnando tempo, energie e risorse.
Già da sette anni l’avvio dell’Anno pastorale nella nostra Arcidiocesi è segnato dal Convegno diocesano che ci indica il percorso da seguire sia per la pastorale ordinaria come anche per quella straordinaria della nostra realtà di chiesa locale.
E’ questo un forte momento di comunione ecclesiale ma anche un appuntamento prezioso per cogliere le linee guida che ci attendono e che devono impegnarci come comunità diocesana in tutte le sue articolazioni. Questo anno siamo chiamati a riflettere, a pregare e soprattutto a vivere una fede sempre più adulta e da proporre o riproporre agli adulti.
Ma quali sono i motivi che ci hanno spinto a questa scelta? Vari. Innanzitutto la sollecitazione motivata e mirata che Papa Benedetto XVI ha dato a tutta la chiesa, chiamandola a vivere l’Anno della Fede attraverso quella bellissima ed interessante lettera apostolica quale è la “Porta della Fede”, dove ci invita a tenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, “colui che dà origine alla fede e la porta a compimento” (Eb 12, 2). Inoltre come chiesa che è in Italia siamo impegnati a dare attuazione agli Orientamenti pastorali dell’attuale decennio, dove l’educare alla vita buona del Vangelo implica il vivere e l’educare ad una fede adulta. Per di più ci accingiamo a vivere il cammino di preparazione del 2° Convegno regionale delle Chiese Marchigiane che individuerà le priorità pastorali che attendono le nostre comunità, ma che farà perno sulla consapevolezza di vivere e di comunicare la fede nei nuovi contesti che caratterizzano la nostra regione.
Inoltre non possiamo dimenticare che la nostra chiesa di Pesaro necessita di crescere in una fede sempre più adulta con tutte le implicanze che ne derivano, sia perché ciò fa parte del dinamismo proprio della fede in quanto tale, sia perché sente forte la responsabilità di proporre e di ri-proporre la fede come vitale esperienza di “incontro con il Mistero di Gesù il Cristo”, sgombrando il campo da tante incertezze, da tanti fraintendimenti e anche da tante strumentalizzazioni.
Faccio un’ultima considerazione. Ma l’esperienza di una fede sempre più adulta quindi realizzativa, affidabile, generativa, a chi la nostra chiesa di Pesaro sente di doverla proporre e testimoniare? Certamente a tutti. Ma non dimentichiamo che noi a Pesaro dobbiamo prestare particolare attenzione, con tutto ciò che ne consegue anche a livello pastorale, agli adulti.
A quegli adulti detti della soglia perché incerti, titubanti, che sono con un piede dentro la chiesa e con l’altro fuori. A quegli adulti detti ricomincianti perché si trovano nella condizione di ri – iniziare il cammino della fede. A quegli adulti detti cercatori di Dio perché vivono, a volte in maniera sofferta, l’esperienza della ricerca della fede. A quegli adulti animati nella fede più dalla tradizione che dalla convinzione. A quegli adulti coinvolti nell’esperienza dell’iniziazione cristiana a vari livelli. A quegli adulti che formano la famiglia ferita o in difficoltà come i separati, i divorziati, i risposati. A quegli adulti impegnati nelle istituzioni, nel mondo del lavoro, nella politica, nel sociale, nell’economia, nell’imprenditoria, nella scuola.
A tutti quegli adulti che il Signore ci ha posto accanto perché la luce della fede riacquisti in loro lucentezza e ridoni nuovo slancio. A quegli adulti che hanno specifici compiti ministeriali e formativi all’interno della chiesa, come sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e consacrati tutti.
Non dimentichiamo quanto ci ha detto il Papa nella sua lettera apostolica: “sarà decisivo nel corso di questo Anno ripercorrere la storia della nostra fede…per provocare in ognuno una sincera e permanente opera di conversione…” (Porta della Fede, n. 13). A questo variegato e complesso mondo degli adulti, la nostra chiesa sente di doversi rivolgere facendosi compagna di cammino testimoniando che Dio è vicino a tutti e che l’incontro con il Cristo è possibile e fattibile per tutti.
Termino ringraziando di cuore Mons. Armando Matteo. Lo ringrazio anche per il lavoro che svolge a vantaggio della chiesa italiana. Lo ringrazio in modo specifico per aver accolto il nostro invito, per quanto ci dirà, per l’esperienza che ci comunicherà e per le strade che ci indicherà per crescere in una fede adulta e da comunicare agli adulti. A tutti un caloroso e proficuo buon lavoro. Grazie.
+ Piero Coccia
Arcivescovo Pesaro, Cinema Loreto 22 settembre 2012