Urbino si accinge a festeggiare San Crescentino, patrono della città e dell’arcidiocesi.
La ricorrenza verrà celebrata venerdì primo giugno, lo stesso giorno in cui, nell’anno 303, avvenne il martirio del soldato romano Crescenziano che fu decapitato per essersi rifiutato di rinnegare la propria fede cristiana.
La festa sarà preceduta da un Triduo che si terrà in Cattedrale nei giorni 29-30-31 maggio alle ore 18 con celebrazione della Santa Messa e meditazione. Venerdì, al mattino le Messe verranno celebrate alle 8,30, alle 10,30 e alle 12 e saranno presenti dei confessori. Alle 17 avrà luogo il Solenne Pontificale presieduto da S.E.R. mons. Giovanni Tani, Arcivescovo di Urbino – Urbania – Sant’Angelo in Vado; parteciperà il Coro dell’Arcidiocesi diretto da don Daniele Brivio, diventato una presenza importante e molto apprezzata in tutte le principali cerimonie.
Seguirà la processione attraverso il centro storico (piazza Rinascimenti, via Salvalai, corso Garibaldi, piazza Repubblica, via Veneto, via Puccinotti) con la statua del Santo; parteciperanno le Confraternite, le associazioni, gli scout, i cittadini, che non mancano mai di presenziare in gran numero all’evento, e l’Orchestra della Cappella musicale del SS. Sacramento diretta dal M° Michele Mangani.
Il rapporto di Crescenziano con gli urbinati è cominciato nel 1068 allorché il vescovo di Città di Castello (l’antica Tifernum), Fulcone, accolse la richiesta del vescovo di Urbino, Damiano, di concedere alla città le reliquia di un santo martire di cui era ricca la chiesa tifernate.
La scelta cadde su Crescenziano ma i castellani non la presero bene e quando si accorsero del trasferimento del corpo del santo, si misero all’insguimento degli urbinati; solo una fitta nebbia, addensatasi secondo la tradizione sul corteo nei pressi di Monte Soffio, permise alla delegazione di Urbino di giungere indenne in città.
Le più antiche lezioni dell’ufficio della chiesa urbinate in onore di San Crescentino (così fu modificato il nome) trovate in archivio sono del 1348 e allo stesso anno risale la più antica immagine conservata a Urbino. La statua che viene portata in processione, opera dello scultore e pittore urbinate Antonio Rondelli, è stata realizzata ai primi dell’Ottocento. La venerazione degli urbinati per San Crescentino non è mai venuta meno ed ha trovato riscontro anche negli “Statuta Civitatis Urbini” del 1559 in cui si legge:
Per rendere onore ai santi dai quali questa città è governata rettamente e pacifica- mente, stabiliamo e ordiniamo che ogni anno, il primo di giugno, nella solennità del Beato Crescentino, pa- trono benevolo di questa città, sia ordinato per pubblico proclama che tutti i cittadini e quelli che hanno un incarico in città, sotto pena della privazione dell’attività per un anno,
si procurino una fiaccola di cera dalla Fabbrica della Cattedrale con il pagamento di un solo bolognino e, prese queste cose, debbano ritrovarsi nella chiesa di S.Francesco. Con loro ci siano tutti i capitani delle arti della città con i doppieri, le loro insegne e i mantelli, i sindaci dei comuni con i loro doppieri acquistati e, con quelli radunati con le insegne, siano tenuti a recarsi lì anche il signor Luogote- nente, i Priori, il Podestà della città con due deputati che precedono con due ceri di almeno sette libbre per ognuno a spese dell’illustrissimo signor Capitano e tutti in proces- sione, con i lumi accesi, vadano in Cattedrale preceduti dai suonatori. Qui offrano le fiaccole e i doppieri, a onore e gloria del Patrono e per la salvezza di tutto il popolo.
Il filo diretto degli urbinati con San Crescentino non è mai venuto meno; ne è una dimostrazione la grande partecipazione di popolo alla processione ed il continuo riferimento dei fedeli alle intercessioni del loro Patrono e il disappunto di molti quando sulla statua del Santo, collocata sull’altare destro del transetto del Duomo, viene calato il di- pinto raffigurante San Girolamo.
Giancarlo di Ludovico